"Sii Tu per primo il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo ." Gandhi
" La democrazia consiste nella partecipazione attiva alle decisioni concernenti i beni pubblici,oppure essa non e' niente ."
H. Arendt


mercoledì 25 ottobre 2017

FORUM SICILIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA ED I BENI COMUNI






FORUM SICILIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA ED I BENI COMUNI



 

Il Forum siciliano dei Movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni in occasione del rinnovo dell’Assemblea regionale del 5 novembre sottopone ai candidati Presidenti della Regione Siciliana in rappresentanza delle coalizioni o liste che li sostengono, alcuni obiettivi programmatici che ritiene strategici per un autentico rinnovamento delle politiche regionali in grado di mettere in moto una gestione virtuosa del territorio e di creare lavoro, salubrità e benessere.

Questi obiettivi tenuti insieme da una visione complessiva sintetizzabile nella Conversione ecologica e nell’economia circolare, oggi entrata anche nelle priorità dell’Unione Europea, è stata totalmente assente nelle politiche regionali delle ultime tre legislature che anziché affrontare l’emergenza dei mutamenti climatici, del dissesto idrogeologico, della svendita dei Beni di appartenenza collettiva con le privatizzazioni forzate dei beni e dei servizi pubblici locali, hanno continuato a favorire interessi economici e finanziari basati sull’ideologia del libero mercato e del massimo profitto a detrimento degli interessi delle comunità locali.



La gestione sempre più centralizzata delle risorse, dei servizi e del territorio in favore di gruppi finanziari locali, nazionali e transnazionali pone inoltre un serio problema di democrazia; esautora Enti Locali e cittadini dalla discussione e dalla decisione sulle scelte strategiche che riguardano il proprio territorio violando la Convenzione di Aarhus che prevede la consultazione e la partecipazione dei cittadini su tutte le materie di carattere ambientale, già ratificata dal parlamento italiano ma mai recepita dalla Regione che ha governato attraverso “emergenze” utili ad avocare i poteri dei Comuni con i Commissari ad acta. Una transizione ecologica e democratica a nostro avviso non più rinviabile!



Sulla base della nostra piattaforma programmatica sintetizzata in sei punti che riteniamo dirimenti nella definizione di politiche a favore dei cittadini e del territorio, chiediamo ai candidati Presidenti di esprimere senza alcuna ambiguità il proprio orientamento politico e programmatico e quello delle forze politiche che li sostengono.




I nostri obiettivi: 100% rinnovabili; gestione pubblica e partecipativa delle risorse idriche; strategia rifiuti 0; agricoltura a km 0; Pace e smilitarizzazione del territorio; democrazia partecipativa.

1. Nuovo Piano Energetico regionale per creare lavoro, ridurre le emissioni di CO2, le combustioni che emettono diossine, furani e polveri sottili, salvaguardare clima, salute ed ambiente.

1) Piano energetico regionale basato sull’obiettivo 100% rinnovabili. Integrare un sistema di produzione, autoproduzione, accumulo e distribuzione di energie rinnovabili, (solare, eolico, idroelettrico) strettamente collegato alla possibilità di gestione diretta da parte degli enti locali e dei cittadini, anche attraverso l’utilizzo dei fondi nazionali e comunitari, dei PAERS, etc., sull’investimento sulla ricerca e sperimentazione di nuove tecnologie.
2) Revoca delle autorizzazioni per la ricerca e la coltivazione di idrocarburi e gas in terra e mare, degli impianti di stoccaggio e trasformazione che comportano rischi ambientali irreversibili, aumento esponenziale di malattie connesse all’esposizione di agenti inquinanti, compromissione delle falde acquifere, etc.
3) Rete di trasporti pubblici su ferro e incentivazione del trasporto privato ad alimentazione elettrica.



Un Piano di conversione energetica diffuso a tutto il territorio regionale comporterebbe la creazione di migliaia di posti di lavoro nell’impiantistica, manutenzione, efficentamento energetico degli edifici; l’abbattimento dei costi dell’energia elettrica da fonti fossili, la democratizzazione nella gestione delle risorse.


Nuovo piano energetico regionale





1) 100% rinnovabili
2) Stop trivellazioni
3) Trasporto su ferro ed elettrico



SI
NO
SI
NO
SI
NO








 
2. Gestione Pubblica e partecipativa delle risorse idriche secondo la volontà Popolare.


La Sicilia paga i disastri di un processo di privatizzazione delle risorse idriche avviato nel 2004 dal governo Cuffaro e proseguito dai governi Lombardo e Crocetta; la liquidazione di EAS, ancora da completarsi a distanza di 13 anni per privatizzare il cosiddetto sovrambito affidato a Siciliacque SPA, per il 75% della multinazionale francese Veolia, fa pagare due volte l’acqua ai siciliani senza assicurare “efficacia, efficienza ed economicità” dato che i gestori privati in ambito provinciale sono oggi in parte già falliti o in condizioni debitorie e di gravi illegittimità sul piano legalitario. Aumenti vertiginosi delle tariffe del SII, turnazioni anche di 10 giorni nell’erogazione dell’acqua, perdite nelle condutture con lavori di manutenzione mai eseguiti, disastro ambientale per mancata depurazione, dissesto idrogeologico, inquinamento dei corsi d’acqua e dei bacini con conseguenti condanne comunitarie non sono che la punta dell’iceberg di un fallimento annunciato e conclamato.



La legge regionale 19/15, che prende le mosse da quella di iniziativa Popolare e dei Consigli comunali del 2010, ha ridotto la visione complessiva della gestione delle risorse idriche all’uso idro-potabile senza voler affrontare e risolvere nell’ambito del Bacino idrografico unico per la Sicilia, il riordino delle competenze tra assessorati per l’uso irriguo ed industriale. Inoltre la legge 19/15 è ad oggi inapplicata a partire dagli adempimenti del Presidente della Regione per diversi articoli tra i quali la revisione e rescissione del contratto con Siciliacque, mentre la partita degli invasi non collaudati o da manutenere resta in capo alla Regione che non è stata in grado di gestire l’emergenza idrica. È evidente che se tutti i costi della gestione del SII, compresi gli investimenti e gli oneri finanziari sono a carico della tariffa, ed i privati premono per ottenere ulteriori investimenti pubblici, le privatizzazioni non hanno portato alcun beneficio ai cittadini.


1) rescissione dei contratti con i gestori privati locali e del cosiddetto sovrambito gestito da Siciliacque per il 75% della multinazionale Veolia
2) favorire la costituzione di aziende speciali consortili o consorzi tra comuni e non spa (enti di diritto pubblico e non di diritto privato).
3) applicazione della legge reg.le 19/15 per tutti gli articoli inevasi dal Presidente, dall’assessore e dalle ATI.
4) rivisitazione della stessa legge 19/15 che comprenda gli usi plurimi della risorsa, (idropotabile, irriguo ed industriale) con conseguente riordino ed accorpamento delle competenze degli assessorati e dipartimenti.
5) Programmazione degli investimenti per il completamento, restauro e collaudo dei grandi invasi e progettazione di piccoli bacini, riuso della risorsa idrica.
6) Politiche di riforestazione del territorio per ridurre il rischio idrogeologico e di desertificazione.
7) abbattimento dei costi di gestione attraverso l’uso di energie rinnovabili e della fitodepurazione e recupero delle acque depurate per il riutilizzo in agricoltura.


Gestione Pubblica e partecipativa risorse idriche







1) rescissione contratti coi privati
2) costituzione Enti di diritto pubblico
3) applicazione lr 19/15





SI
NO
SI
NO
SI
NO










4) rivisitazione lr19/15 per il riordino delle competenze tra assessorati e dipartimenti
5) investimenti, restauro, completamento e collaudo dighe ed invasi
6)forestazione dissesto idrogeologico
7)Energie rinnovabili e fitodepurazione




SI
NO
SI
NO
SI
NO
SI
NO










 
3. Piano regionale dei rifiuti – Adozione della strategia Rifiuti Zero, Zero inceneritori.

La gestione dei rifiuti in Sicilia ha impegnato in ultimo i lavori della Commissione parlamentare. Di piano in piano e d’emergenza in emergenza la situazione è ormai fuori controllo. È chiaro che parliamo di un settore nel quale se si considera il rifiuto materia di scarto, anziché una risorsa economica ed occupazionale da utilizzare a tutto campo, le occasioni di profitto lecito ed illecito si moltiplicano a discapito dell’ambiente, della salute, dei costi sostenuti dai cittadini, in violazione delle direttive EU.

Se l’obiettivo è quello di ridurre drasticamente fino ad azzerare i rifiuti in discarica e di non costruire termo-valorizzatori, la strategia “rifiuti zero” ha già dimostrato di essere quella che ottiene i migliori risultati dal punto di vista economico, della tutela dell’ambiente e delle ricadute occupazionali sul territorio. Raccolta differenziata del tipo “porta a porta”, tariffa puntuale (TIA), Centri di Raccolta (CCR) diffusi sul territorio comunale, Impianti di compostaggio aerobico per il recupero di materia organica da restituire ai terreni dilavati, centri di riuso, recupero e baratto per ridurre materia destinata allo smaltimento e creare economia sociale e posti di lavoro, insieme ad una seria programmazione che non sia finalizzata a continuare a favorire gli interessi nelle discariche private, nel trasporto dei rifiuti e negli inceneritori rappresenterebbero una svolta epocale in sintonia con il rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini nonché della vocazione turistica della regione. Dai centri di raccolta si potrebbe inoltre passare alla trasformazione delle materie creando occasioni occupazionali.

Nuovo piano regionale delle materie di scarto





1) Adozione strategia Rifiuti 0
2) Zero termovalorizzatori
3) Recupero di materie prime seconde



SI
NO
SI
NO
SI
NO









 
4. km Zero – il rilancio dell’agricoltura e dell’agro-alimentare di qualità.

la vocazione agricola della nostra regione e la straordinaria varietà biologica delle nostre produzioni è appiattita dalle politiche comunitarie e dalla mancanza di una visione nella programmazione regionale incapace di valorizzare dei nostri prodotti ed incentivarne la coltivazione ed il consumo. L’agricoltura naturale e/o biologica a Km 0 ci consentirebbe di uscire dalla logica degli alimenti “globalizzati” imposti dalle multinazionali delle sementi, della chimica e della grande distribuzione, che costituiscono una catena di sottrazione di diritti, salute e lavoro. Le produzioni agro-alimentari locali, al contrario, salvaguardano la biodiversità, la salute, il territorio da pericolosi inquinanti in falda e dal rischio idrogeologico e desertificazione cui contribuisce all’abbandono dei cultivi. Con l’agricoltura naturale e/o biologica a km zero è possibile ricostruire importanti occasioni di lavoro e di reddito, realizzare progetti di recupero ed inclusione sociale, preservare la salute e valorizzare il territorio. È necessario puntare ad un sistema di produzione, trasformazione e distribuzione che valorizzi i prodotti locali, favorisca la consapevolezza dei cittadini consumatori, realizzi quell’inversione di tendenza alla globalizzazione epocale e necessaria.

Nuovo piano regionale per l’agro-alimentare siciliano





1) incentivazione colture locali naturali e bio
2) promozione denonimazione d’origine
3) incentivi alla trasformazione e consumo delle produzioni locali



SI
NO
SI
NO
SI
NO









 
5. Pace, smilitarizzazione ed accoglienza diffusa.

La Sicilia ha una vocazione alla Pace e smilitarizzazione del proprio territorio che prende le mosse dall’approccio non violento di Danilo Dolci e dalle lotte di Pio La Torre e di quel milione di siciliani che sostennero la battaglia contro i missili Cruise che portò alla trasformazione di Comiso in aeroporto civile. Le continuative mobilitazioni popolari contro il MUOS di Niscemi, per la smilitarizzazione degli aeroporti di Birgi, Fontanarossa e del porto nucleare di Augusta vedono l’impegno congiunto di molti enti locali e della stessa ANCI Sicilia che si è recentemente espressa anche a favore della ratifica italiana del trattato ONU per la messa al bando delle armi nucleari. Un Mediterraneo di Pace e di depotenziamento dei conflitti, in cui per la posizione strategica la Sicilia riveste oggi il ruolo di vettore e potenziale bersaglio, vorrebbe un impegno concreto in questa direzione nei confronti del Parlamento italiano da parte del Governo e del Parlamento siciliano che finora è stato del tutto assente dalla scena come soggetto istituzionale o contraddittorio. Altrettanto assente dalle politiche regionali è la questione dell’accoglienza dei migranti e della violazione dei diritti delle persone sanciti dalle convenzioni internazionali. Si chiede ai candidati alla Presidenza di esprimersi sul sostegno alle politiche di Pace, smilitarizzazione e di accoglienza diffusa che potrebbe comportare benefici economici legati ad economie locali, anche per recuperare e far rivivere centinaia di borghi abbandonati.

Impegno della regione a costruire Pace ed accoglienza





1) impegno a ridiscutere le autorizzazioni del MUOS
2) approvazione legge regionale Cultura di Pace
3) Politiche per l’accoglienza diffusa e recupero borghi abbandonati



SI
NO
SI
NO
SI
NO









 

6. Democrazia partecipativa informazione e controllo popolare sulle politiche ambientali.

L’ambito nel quale le politiche di cui sopra possono realizzarsi con la collaborazione ed il coinvolgimento degli Enti Locali, dei cittadini, delle associazioni, delle parti sociali, degli attori economici e sociali deve necessariamente prevedere una apertura alla Democrazia partecipativa già sancita a livello europeo e nazionale, ma mai formalizzata e resa effettiva nelle politiche della Regione Siciliana. Il recepimento e l’applicazione della Convenzione di Aarhus nello Statuto Siciliano ed in quello degli enti locali consentirebbe di avviare processi democratici, condivisi e responsabili su tutte le materie di carattere ambientale che investono le scelte politiche operate sui territori. Una riforma in questo senso resta alla base di una amministrazione regionale sinceramente democratica e rispettosa dei cittadini e del territorio. Anche su questo tema chiediamo che i i candidati Presidenti si esprimano.

Introduzione nello Statuto regionale e negli statuti degli enti locali della convenzione di Aarhus





1) statuto siciliano
2) statuto enti locali
3) organismi di controllo popolare nei servizi pubblici locali



SI
NO
SI
NO
SI
NO








 

Nell’auspicio che i candidati alla Presidenza vorranno rispondere alle nostre sollecitazioni informiamo che sarà nostra cura veicolare le risposte dei candidati e verificarne dal 6 novembre l’aderenza.


 

FORUM SICILIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA ED I BENI COMUNI


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