Politica della rappresentanza e politica della
partecipazione.
Le consulte civiche , queste (da noi) sconosciute.
La
proposta che sta dietro la fin troppo
sbrigativa definizione di populismo
,oggi cosi' in voga e davvero abusata ,
e' in ultima analisi quella di restituire parte del potere ai cittadini.
Questi devono recuperare
e rafforzare un ruolo , da molto tempo perso e inaridito, di influenza ed attiva collaborazione con le
istituzioni politiche e amministrative
che si occupano dell'uso e destinazione delle risorse ,dell'individuazione
delle priorita' e di stabilire quanto e' davvero necessario al bene comune e della societa'. La
decisione sulla destinazione delle risorse
e' di vitale importanza , in
tempi contrassegnati da crisi e notevole
ristrettezza economica . E i cittadini rimangono spesso soffocati e inermi di
fronte ad apparati decisionali e
interessi forti , che non consentono alcuna mediazione ne' attenzione al di fuori di cio' che e' utile alla
propria autoconservazione.La
democrazia della rappresentanza si e'
purtroppo avviluppata su se' stessa ,producendo nei fatti una infinita delega
in bianco,e rinforzando l'autoreferenzialita' dei sistemi.Il sistema politico
in primis, quindi il sistema amministrativo-burocratico,il sistema economico e
persino il sistema giuridico e giudiziario. Un buon antidoto contro questa disumanizzazione globalizzata
dei rapporti tra uomini e istituzioni e'
la partecipazione. Il cittadino deve nuovamente entrare come parte attiva in questi sistemi per riattivare le connessioni e le azioni esterne ,volte alla collettivita', per
cui queste istituzioni sono state in effetti create,per farle ritornare al loro
compito originario di servizio . Democrazia della rappresentanza e populismo
non sono antitetici , in realta' possono ben coesistere, e anzi costituire vero
motore per il buon funzionamento della macchina statale e istituzionale ,sia a
livello locale che nazionale e mondiale. A livello locale e comunale , uno
strumento altrove ben conosciuto ,ma in
Sicilia poco praticato, e' quello delle Consulte civiche .A dispetto del nome,
le Consulte civiche non sono affatto soltanto organi consultivi. Rendono pareri obbligatori e , tranne in rari casi
,non vincolanti,da richiedere sempre nel caso di provvedimenti che il Consiglio
comunale intenda deliberare sulla tematica di cui la Consulta si
occupa,costituendo cosi' un importante passaggio sistematico per tenere viva la
dialettica tra cittadino e istituzione,senza relegarla ad estemporanee e spesso
inutili e velleitarie assemblee sfogatoio o incontri clientelari.In tante
esperienze e' poi riconosciuta espressamente dai regolamenti comunali ogni
facolta' di assoluta autonomia propositiva e di iniziativa .Dalle consulte
partono direttamente progetti, proposte
e ogni altra iniziativa , su input dei cittadini e senza aver bisogno di alcuna
delega o commissione.Le consulte possono avere
potere di interpello e di accesso diretto presso ogni ufficio e
istituzione comunale ,tramite propri portavoce ,con obbligo di risposta motivata
entro precisi termini Assicurando una dialettica costante e un passaggio
continuo di proposte e feed back , le Consulte civiche permettono alle
istituzioni rappresentative di rimanere vive svolgendo la loro funzione .Il
compito delle consulte non e'competitivo o sostitutivo delle istituzioni
rappresentative (consiglio comunale, circoscrizione o altro). Le Consulte
civiche non vogliono sostituire ,d'altro canto, le altre modalita' piu' o meno
informali e autonome di condivisione e incontro tra cittadini . Anzi
,l'autonomia e la sussidiarieta' presuppongono il rapporto vitale in tutta la
lunghezza e lo spessore della civicita'.Le Consulte civiche hanno una precisa
collocazione nella pianta-albero della sussidiarieta' civica -politica ,e come
tali si distinguono in quanto esprimono con particolari modalita' proprie la
possibilita' di interagire efficacemente
e con strumenti propri di accesso ai luoghi istituzionali della pubblica
amministrazione ,esercitando un elevato
potere di vigilanza , controllo ,
stimolo,sollecitazione,pressione,progettualita'.
Le consulte civiche nascono quindi e trovano il loro significato pieno come strumenti di facilitazione dei processi civici /amministrativi e politici ,al fine di restituirli come veri servizi al cittadino per una migliore qualita' di vita e benessere sociale in citta'.I membri possono essere scelti o eletti tra esperti o essere convocati tra cittadini interessati e competenti.
Le consulte civiche nascono quindi e trovano il loro significato pieno come strumenti di facilitazione dei processi civici /amministrativi e politici ,al fine di restituirli come veri servizi al cittadino per una migliore qualita' di vita e benessere sociale in citta'.I membri possono essere scelti o eletti tra esperti o essere convocati tra cittadini interessati e competenti.
A
Palermo le Consulte civiche non sono
state ancora istituite
,e nonostante l'amministrazione
comunale si sia sempre a parole impegnata ed espressa favorevolmente
,tutto e' rimasto lettera morta, fatta eccezione per la Consulta della Pace ,che pur lodevole nelle finalita'
,non ricalca affatto le gravi e pressanti problematiche dei servizi
locali e della gestione della citta'
, cosi' cara alla prospettiva dei
cittadini comuni,che in migliaia hanno
richiesto l'istituzione di consulte su
temi caldi come urbanistica ,piano regolatore,verde e
ambiente,trasporti,diritti e pari opportunita'
,temi molto vivi e sensibili di
pressante e urgente interesse diffuso.
Mario
Guglielmino