"Sii Tu per primo il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo ." Gandhi
" La democrazia consiste nella partecipazione attiva alle decisioni concernenti i beni pubblici,oppure essa non e' niente ."
H. Arendt


domenica 24 dicembre 2017

Buon Natale

Carissime/i
Voci Attive  e' lieta di porgere gli auguri per un Santo Natale di Speranza e  di Pace .
La Speranza  e' quella virtu' che ci consente di vedere sempre oltre le cose,senza arrendersi ne' fermarsi  a certe apparenti evidenze .La Pace e' il bene da tutti desiderato.
 Il  mondo e' attraversato  da  crisi sempre piu' acute,che negli ultimi tempi fanno segnare una involuzione, non soltanto  sul piano economico e  sociale ,ma  anche sul piano geopolitico .I  valori  di pace e concordia fra i popoli  che ,dal secondo  conflitto mondiale in poi , hanno  vissuto una fase di  stabile e condivisa affermazione, sono adesso sempre piu'  messi in  discussione da una tendenza  alla chiusura e alla difesa  di interessi particolari  .
Sul piano  nazionale e locale e' evidente una pericolosa  deriva di diffidenza e sfiducia nei confronti del bene comune e della capacita'  della politica di difendere gli interessi  generali della  comunita' .Sono pero' ancora presenti  molte scintille di bene.
Voci Attive  continua a  invitare tutti alla riflessione ,per non perdere il senso  delle  cose e degli accadimenti. L'uomo  ,fatte salve tutte le  aspirazioni e considerazioni di carattere religioso e  spirituale ,e' artefice del proprio destino .Una comunita' sara' bella  e umana se  i singoli uomini e  donne ,persone e  cittadini/e, che la compongono,sapranno scoprire , confermare,  ritrovare quella  speranza  che consente  di vedere i sogni realizzarsi oltre il concreto presente.
Natale sia occasione per la  Riscoperta  di questo  comune  sogno.
Buon Natale 2017 e  Buon Anno 2018
da

Voci Attive Palermo

Assemblea permanente su disagio sociale e abitativo .Comunicato stampa e social

ASSEMBLEA PERMANENTE CONTRO IL DISAGIO SOCIALE E ABITATIVO - PALERMO
Comunicato stampa e social
Ancora un decesso di un uomo a Palermo, vittima del freddo e privo di un alloggio dignitoso.
Il Comune di Palermo ha recentemente potenziato il servizio di assistenza notturna su strada per i senza tetto, aumentando le coperte e i pasti caldi serviti attraverso il lavoro insostituibile delle associazioni di volontariato, e istituendo un servizio di segnalazione dei casi presso un ufficio dei VV.UU.
Tuttavia, molti senza tetto restano lì per strada, oggi vittime del freddo, domani vittime del caldo, perché un senza tetto resta tale 365 giorni all'anno.
… Molti senza tetto non hanno fatto una scelta di vita, hanno semplicemente perso tutto, lavoro e casa, e non hanno gli strumenti per uscire dal baratro in cui sono caduti. Qualcuno di essi non accetta di andare nei dormitori, che peraltro sono stracolmi. Si dorme tutti in un unico salone, donne e uomini senza un minimo di privacy, circa 35 persone per ogni struttura condividono due bagni e due docce. Si entra la sera per uscire obbligatoriamente il mattino dopo. Certo, in una situazione di estrema emergenza si potrebbe dire "meglio di dormire all'aperto". Molti dei senza tetto hanno al loro seguito l'unica cosa di caro che gli rimane al mondo… sì,… si permettono il lusso di avere con loro un cane o un gatto - ma nel dormitorio gli animali non possono entrare. Cosa dovrebbero fare, abbandonare l'unico essere vivente importante rimasto nella loro vita?
Eppure la soluzione c'è, ma nessuno sembra voglia tenerne conto.
Basterebbe che il Comune riadattasse, per ospitare i senza tetto, uno o più immobili di proprietà comunale o confiscati alla mafia, chiedendo ad altri enti, in virtù di un'emergenza, di farsi carico della fornitura di tutti gli strumenti necessari a garantire una buona permanenza, lì dove potrebbero avere uno spazio, non solo per dormire, ma anche per svolgere le normali funzioni vitali nell'arco della giornata, come potersi cucinare un pasto autonomamente, accudire un animale, riposare e riprendere energie preziose.
L’Assemblea Permanente contro il disagio sociale e abitativo, dopo i recenti incontri, e alla luce dell'ennesima notizia luttuosa, chiede all’Amministrazione Comunale:
- di alzare ulteriormente il livello di attenzione sul problema coinvolgendo il Consiglio Comunale in seduta straordinaria;
- di incrementare le ore di servizio di segnalazione (infatti, l'aumento di mezz'ora per la chiamata ai VV.UU., ovvero ore 19.00 alle 22.00, pare un provvedimento decisamente insufficiente);
- di attivare un Tavolo per la sussidiarietà, coinvolgendo i gruppi di lavoro che si stanno già occupando del problema e attivando la collaborazione necessaria tra cittadinanza, amministrazione, prefettura, al fine di individuare:
a) con carattere di estrema urgenza, almeno una nuova struttura da adibire allo scopo - ma con modalità più... accoglienti;
b) ulteriori edifici di proprietà comunale, ovvero beni comuni, da adibire a breve termine ad abitazioni per contrastare il disagio abitativo di oltre 200 famiglie senza tetto accertate.
A firma dei comitati, associazioni, cittadine e cittadini aderenti all’Assemblea Permanente.
Palermo, 23 Dicembre 2017

mercoledì 20 dicembre 2017

da "L'inchiesta Sicilia " :Un cammino verso la gestione condivisa dei beni comuni a Palermo

http://www.inchiestasicilia.com/2017/12/18/un-cammino-verso-la-gestione-condivisa-dei-beni-comuni-a-palermo/

Beni comuni a Palermo. Il patrimonio immobiliare del comune di Palermo ammonta a circa 10 mila beni, classificati come appartamenti, scuole, magazzini, aree verdi e altro


di  Mario Guglielmino*
Non tutto questo patrimonio è valorizzato, disponibile all’uso. Spesso anzi è abbandonato all’incuria o al disinteresse. La stessa sorte seguono altri immobili di  proprietà regionale, per esempio ex ospedali , o statale, come alcune caserme. Non pochi, inoltre, sono gli immobili di proprietà di enti ecclesiastici che ricadono, in parte e di fatto, anche nella giurisdizione e nella sfera di gestione di competenza pubblica.
Una assemblea cittadina si è svolta giorno 12 dicembre a Palermo, nell’atrio del Palazzo delle Aquile, grazie  alla sollecitazione dell’assessore alle attività  sociali e beni  comuni, dr. Giuseppe  Mattina, in collaborazione  con LABSUS, Laboratorio per la sussidiarietà, e Cesvop, Centro servizi per il volontariato. Una iniziativa dell’assessore Giuseppe  Mattina , con delega  alle attività sociali e bene comune, proprio per  focalizzare il tema e per  proporre l’attivazione  di alcuni strumenti  atti a valorizzare, per l’utilità comune, quelli che tra  questi beni rimangono inutilizzati.
Questi beni, in una città come Palermo affetta da  numerose emergenze e bisogni  sul piano sociale, potrebbero  significare, ove ben utilizzati, la pronta risposta ad alcune di queste pressanti istanze sociali ed economiche. Prendendo spunto dagli studi e dal lavoro svolto in molti comuni italiani dalla rete LABSUS ,  è intento  dell’assessore portare anche a  Palermo il Regolamento che il Laboratorio per la sussidiarietà ha studiato, pensato e proposto in diverse altre realtà di piccoli e grandi comuni.
L’idea è quella di un patto di collaborazione tra cittadini e amministrazione per il recupero  e l’uso di questi beni, secondo  il principio dell’interesse generale, al fine di non lasciarli giacere inutilmente.
L’esperienza ci dice che molti cittadini attivi, associazioni di volontariato, portatori di interesse, sono  disponibili a prendere in carico la cura dei tali immobili e beni, per fini sociali . Spesso però le pastoie  burocratiche impediscono e non facilitano affatto i processi di tali percorsi di recupero e condivisione nella gestione. Alcuni regolamenti , a Palermo, sono  già posti in essere, come quello sperimentale sugli usi civici, oppure quello sui beni confiscati alla mafia. Ma i beni comuni coinvolgono una sfera  molto più ampia di realtà e di possibilità. Guardiamo, ad esempio, per un attimo al problema delle occupazioni abusive, non solo a  fini abitativi, ma anche per fini sociali, come centri sociali di aggregazione e di servizi.
Le parole del prof. Arena, ordinario di diritto civile, fondatore del LABSUS , sono molto chiare, a fronte del problema delle occupazioni abusive, e provocatorie, pur proposte con il suo personale stile pacato e sobrio, occorre  domandarsi  se sia più illegale occupare degli immobili inutilizzati, oppure lasciarli all’incuria e all’abbandono. E’ un richiamo etico, innanzitutto, al buon uso dei beni  comuni , che non possono essere lasciati nel dimenticatoio, quasi che fossero assenti o di nessuno.
Tali beni possono essere ricondotti alla vita e all’utilità, attraverso la loro funzione di  risposta agli interessi  generali,  con un apposito regolamento che  impegni  amministrazione comunale  e cittadini, in parità di ruolo, a gestire quel bene, attraverso progetti  funzionali condivisi.
Il regolamento, che attua il principio di sussidiarietà, ratificato anche a livello europeo per la capacità di mettere in moto le energie provenienti dalla cittadinanza diffusa e dal basso, esiste, ed è già stato  approvato ed è in uso in numerosi  comuni italiani. All’interno del regolamento, si distinguono due  grosse  aree: una dedicata a quelle  procedure che permettono e facilitano l’intervento  di cittadini e gruppi su progetti  semplici, interventi di gestione degli spazi verdi, giardini, altri servizi  utili; e l’altro grande  settore che riguarda gli interventi  progettualmente più complessi, su grandi immobili da  recuperare, ristrutturare  e rimettere  in funzione,  con gli strumenti dell’autorecupero o della compartecipazione. Il tutto  finalizzato alla realizzazione  degli interessi riconosciuti come generali dalla collettività.
Tutto ciò superando le prevedibili  diffidenze e timori, e l’impreparazione culturale della classe politica e dirigente più legata alla concezione della politica clientelare e incentrata sui favori,  ancora abbarbicata su posizioni antiquate. La cosa  più difficile è proprio quella di superare il timore degli amministratori di perdere una parte del loro potere  o del loro consenso. Ma tali paure  si dissolvono, come anche il prof. Arena racconta  per la sua  esperienza, quando il regolamento  dispone sul tavolo le soluzioni a problemi  annosi, rivelandosi  come efficace e superando le diffidenze, e la  comunità locale risponde, anche  attraverso la maggiore consapevolezza  della necessità  di curare di più e meglio l’ambiente e il territorio , non più come cose anonime ma facenti parte del proprio ambiente  di vita.
Il tavolo di lavoro idealmente costituito con la cittadinanza, in questa assemblea molto partecipata, continua adesso con una serie di incontri del prof. Arena con la giunta, il consiglio comunale, con i dirigenti dell’amministrazione palermitana. La convinzione è che soltanto una percezione condivisa  del problema  e delle possibili soluzioni, possa aprire alla piena  applicazione delle  potenzialità dei patti di collaborazione  con i cittadini per una amministrazione condivisa dei beni comuni. La speranza, è che i nostri amministratori  si rivelino pronti e sensibili a una modalità di lavoro che già in Europa e altre parti d’Italia è una best practice.
La riflessione è aperta, ed è sempre  più impellente dare risposta alla questione della partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, nella caduta e nella palese insufficienza  del  solo vecchio paradigma della rappresentanza. Occorre prendere atto  che, nell’era  della  complessità , non è più sufficiente la delega o la rappresentanza, per  affrontare gli enormi problemi  della gestione  di una  città metropolitana , e, di riflesso, di una regione o di uno  stato. Ma la compartecipazione attiva  e costante dei cittadini è requisito necessario per una nuova  politica  della  quotidianità e della gestione dei beni comuni.

*Presidente associazione Voci attive Palermo

sabato 9 dicembre 2017

Per la cura dei beni comuni ,incontro a Palermo

Sei invitato a diffondere e prender parte all'iniziativa che stiamo organizzando a Palazzo delle aquile Martedì prossimo 12 alle ore 16.00.

Per la cura dei beni comuni
A Palermo un incontro
fra amministratori comunali e cittadinanza

«Verso un regolamento per la cura dei beni comuni di Palermo» è il tema dell’incontro cittadino che si svolge in città il 12 dicembre 2017, a Palazzo delle Aquile (Piazza Pretoria), dalle ore 16,30. L’evento è promosso dall’amministrazione comunale del capoluogo, da Labsus (Laboratorio per la Sussidiarietà) e dal CeSVoP. Ci si prefigge di proseguire il percorso avviato ufficialmente con la delibera n. 186 10/10/2017 del Comune di Palermo, in cui si ratifica la volontà politico-amministrativa di approvare un Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni urbani, già adottato con ottimi risultati da altri 135 comuni in tutta Italia, che riconosce ai cittadini il diritto di prendersi cura della propria città. Quindi, nell’incontro del 12 dicembre verrà spiegato il funzionamento di questo nuovo strumento per la partecipazione concreta alla soluzione dei problemi della comunità. Non solo. Sarà dato ampio spazio anche all’ascolto delle proposte provenienti da associazioni, comitati di quartiere e semplici cittadini per la cura, la rigenerazione e lo sviluppo dei beni comuni di Palermo.  
Verde pubblico, piazze, scuole, beni culturali, fontane… sono tutti beni pubblici di cui i cittadini vorrebbero prendersi cura, ma non possono perché la normativa attuale glielo proibisce. Un apposito regolamento comunale, invece, aprirebbe propettive di sviluppo molto promettenti, soprattutto in un contesto come quello siciliano e palermitano caratterizzato da povertà, disoccupazione e disillusione. Investire sulla cura, la rigenerazione e lo sviluppo dei beni comuni, a cominciare dai beni comuni urbani, significa non solo garantire qualità della vita, una città più bella e vivibile, ma anche processi di cittadinanza attiva e di nuova economia sociale.
L’iniziativa del 12 dicembre è a ingresso libero ed è aperta a tutta la cittadinanza. Vi partecipano: Giuditta Petrillo, presidente del CeSVoP; Gregorio Arena, presidente di Labsus; Giuseppe Mattina, assessore comunale alla cittadinanza sociale e ai beni comuni; Ferdinando Siringo, vicepresidente del CeSVoP. Qui sotto il dettaglio del programma.

Programma dei lavori
Ore 16.3Saluto - Giuditta Petrillo, presidente del Cesvop  
Ore 16.45 Introduzione e metodo di lavoro – Ferdinando Siringo, vicepresidente del Cesvop
Ore 17.00 L'amministrazione condivisa dei beni comuni – Gregorio Arena, presidente di Labsus
Ore 17.30 L’impegno del Comune per la gestione dei beni comuni – Giuseppe Mattina, assessore Cittadinanza Solidale, Diritto e Dignità dell'Abitare, Beni Comuni
Ore 18.00 Dibattito
Ore 19.30 Conclusioni

Alberto Giampino
Direttore CeSVoP
Tel. 091/331970 (int.205) Numero Verde (solo da fisso) 800 702 999 (int.205)
Citazione di Luciano Tavazza: "Siamo qui per fare ciò che ancora non è stato immaginato" 

Gentile volontario, se hai ricevuto un servizio dal CeSVoP ti chiediamo di compilare un brevissimo questionario per valutarne la qualità, cliccando qui
Le informazioni contenute nella presente comunicazione e i relativi allegati possono essere riservate e sono, comunque, destinate esclusivamente alle persone o alla Società sopraindicati.
La diffusione, distribuzione e/o copiatura del documento trasmesso da parte di qualsiasi soggetto diverso dal destinatario è proibita, sia ai sensi dell’art. 616 c.p., che ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.
Se avete ricevuto questo messaggio per errore, vi preghiamo di distruggerlo e di informarci immediatamente attraverso i contatti sopraindicati.

Comunita' e bene comune

Città Futura - Cittadini attivi Palermo e provincia
presenta
Sentieri e orientamenti. Ciclo di seminari di formazione politica e studio della democrazia diretta.

Comitato scientifico e referenti
Giorgio Armato
Mauro Plescia
Mario Di Salvo

Primo incontro: Comunità e bene comune

Relatori e argomenti trattati

Giorgio Armato
Dalla polis alla città globale

Cinzia Novara
Comunità e/è reciprocità

Giorgio Armato è nato a Palermo 1969, si è laure­ato in filosofia all'Università di Palermo nel 1993. Ha studiato come ricercator­e indipendente presso le università tedesche di T­übin­gen e di Erlangen (1996-2004).­ Nel 2009 ha conseguito il Dottorato in Estetica e Teoria delle Arti all'Univers­ità di Palermo.
Ha pubblicato sia monografie sia articol­i su journals nell'ambito della filosof­ia antica e dell'estetica musicale.
È attualmente docente di Filosofia, Storia, Cittadinanza e Costituzione al liceo scientifico 'E. Majorana' di Palermo.

Cinzia Novara è psicologo clinico e di co­munità, ricercatrice dal 2011 presso l'Uni­versità di Palermo, dove insegna "Modell­i pscodinamici del lavoro di rete" nel c­orso di laurea in Educazione di comunità­ (Dipartimento SPPF).
È membro del direttivo della SIPCO (Società taliana di psicologia di comunità)­ e fa parte della redazione della rivist­a di Psicologia di comunità, edita da Fr­ancoAngeli.
Ha pubblicato diversi saggi e articoli s­ui temi della partecipazione, ultimo "Pi­azza Comunità e connessioni" (A­racne, 2015) esito dell'esperienza di­ coordinamento scientifico del Progetto ­comunale PartInComune, promosso dall'ass­essorato alla partecipazione nel 2014.

DESCRIZIONE E FINALITÀ
Il tema che ci proponiamo d'affrontare con questo seminario è particolarmente arduo e delicato.
Viviamo un momento storico particolare. Da più parti, e da ambiti anche molto diversi tra loro, provengono forti spinte per un cambiamento complessivo della società.
C'è una grande richiesta di partecipazione alla vita pubblica, che sistematicamente viene frustrata da istituzioni che molto spesso si allontanano dal loro ruolo organico in seno alla società.
Ciò accade perché il modello del capitalismo assoluto, insieme alla democrazia rappresentativa, mostrano ormai chiaramente di non essere più in grado di mantenere le istanze di pari opportunità e di benessere sociale dei cittadini.
Il tempo presente, che potrebbe essere definito come il tempo dell'atomizzazione e individualizzazione della società, il tempo della privatizzazione della vita sociale in nome dell'affermazione incondizionata del pensiero unico, sempre più trasforma l'essere umano in oggetto mercificato, producendo una forte disgregazione del tessuto sociale, e profonde disuguaglianze e ingiustizie.
E di fatto, se si guarda a come si muove la società ad un livello che potrebbe apparire ancora sotterraneo, ma ormai ben visibile a chi vuol vedere e immaginare città future, questo tempo è già anacronistico.
E si respira nell'aria un vento diverso, che aspira a ritrovare o ad inventare nuovi modi di relazione tra pubblico e privato, tra individuo e società, in una prospettiva di comunità e bene collettivo non più soggiogati a logiche prettamente commerciali o ad un pensiero totalitarista, ma liberati verso nuovi e, per lo più, ancora sconosciuti orizzonti di possibilità.
Questo seminario potrebbe essere considerato il punto zero di ogni ulteriore riflessione che intenda ripensare il cittadino o il «corpo del popolo», come lo chiamava Rousseau, come agente di cambiamento e di indirizzo politico, al di là di ogni schieramento o appartenenza culturale.
Ripensare alle nostre tradizioni culturali in questa chiave, nonché ai modelli di sviluppo compatibili con il paradigma ecologico ed intersoggettivo, non sarà certo un mero processo intellettualistico, ma il presupposto fondamentale per condividere quegli strumenti teorici basilari ed affrontare con rinnovata creatività e capacità innovativa i problemi attuali delle nostre Comunità.

Saranno presenti in sala i filosofi Bertrand Russell e Nicolas de Condorcet
Moderano J.J. Rousseau e Mauro Plescia

La location non dispone di un ampio numero di posti a sedere dunque I posti disponibili per la partecipazione al seminario saranno limitati.
La partecipazione allo stesso è gratuita previa iscrizione ai seguenti indirizzi mail:
nicotinamario@gmail.com
mauro.plescia@libero.it

giovedì 7 dicembre 2017

da StrumentiRes -Articolo :Politiche e pratiche di partecipazione nella recente storia di governo di Palermo.Di Luisa Tuttolomondo

http://www.strumentires.com/index.php?option=com_content&view=article&id=667:politiche-e-pratiche-di-partecipazione-nella-recente-storia-di-governo-di-palermo&catid=63:anno-viii-nd-2-giugno-2016&Itemid=174

La partecipazione come priorità dell’agenda politica
La rielezione di Leoluca Orlando a sindaco di Palermo nel 2012 inaugura una nuova stagione politica che si pone in contrapposizione con quella immediatamente precedente, caratterizzata da un decennio di governo di centro-destra, ed in continuità col periodo della “Primavera di Palermo” che vede protagonista sempre Orlando dalla fine degli anni ‘80 per tutti gli anni ‘90.
Tra gli aspetti che caratterizzano maggiormente l’attuale amministrazione in carica, e che in qualche modo si riallacciano al periodo di attivismo della società civile negli anni della “Primavera”, vi è sicuramente la grande attenzione all’ascolto e alla promozione della partecipazione della cittadinanza. Infatti, sono diverse le politiche partecipative intraprese dal governo in carica: dall’istituzione di un Assessorato alla Partecipazione alle iniziative di coinvolgimento attivate dai singoli assessorati. Inoltre fin dall’inizio del suo mandato l’intera giunta comunale si è dimostrata incline all’ascolto delle istanze provenienti da iniziative di mobilitazione dal basso, attitudine che ha probabilmente incentivato il moltiplicarsi di queste esperienze.
Nel presente articolo ripercorriamo l’insieme delle politiche e delle pratiche di partecipazione che si sono dispiegate in città negli ultimi 4 anni, individuando gli elementi di continuità con la precedente esperienza di governo orlandiana e proponendo alcune considerazioni sia sulle modalità attraverso cui queste si sono sviluppate, che sugli esiti che sono riuscite a produrre sulle politiche della città.

Ripercorrere la recente storia politica di Palermo attraverso la partecipazione
Nella storia di governo della città il tema della partecipazione si impone con forza a partire dalla “Primavera di Palermo” sul finire degli anni ‘80. In quel periodo la mobilitazione della società civile costituisce strumento ed espressione della volontà di riscatto della società civile così come della nuova amministrazione al governo. Si tratta di una partecipazione che nasce dal basso, ma trova nell’amministrazione e in particolare nella figura del sindaco Orlando (allora in carica per la prima volta) un valido interprete. Si tratta di un momento storico di grande importanza per la vita politica della città, la cui portata è testimoniata dalla memoria che di quel periodo rimane nell’immaginario collettivo della società palermitana, soprattutto di quelle classi sociali costituite da intellettuali, attivisti e attori del terzo settore che di quel periodo furono in qualche modo i protagonisti (Söderström, Fimiani, Giambalvo, & Lucido, 2009). Il ricordo di quegli anni continua ad alimentare ancora oggi sia la retorica del discorso pubblico che le strategie di azione degli attori della società civile. In gran parte dei soggetti che animano le diverse pratiche di partecipazione, soprattutto quelli che partono dal basso, il ritorno di Orlando alla guida di Palermo sembra avere riacceso la miccia della speranza in un possibile cambiamento della città, reale e duraturo. Da qua deriva una rinnovata fiducia nel dialogo con le istituzioni e una nuova spinta partecipativa. La stessa amministrazione promuove e incentiva questa dinamica di mobilitazione, mostrandosi aperta all’ascolto delle esigenze e delle proposte provenienti dalla società civile e richiamando esplicitamente nel discorso pubblico l’età dell’oro dei primi anni ‘90. La partecipazione viene posta all’ordine del giorno dell’agenda politica con la precisa finalità di “mettere in sicurezza” i meccanismi amministrativi dal pericolo di “un ritorno indietro” nel percorso lineare di rinascita della città evitando così quanto accaduto negli anni 2000 con la precedente stagione amministrativa guidata da Cammarata. Su tale argomentazione l’attuale governo cittadino ha costruito gran parte della propria immagine e modalità di interlocuzione con la cittadinanza. La retorica politica si articola e afferma la propria identità nel netto contrasto rispetto alla precedente stagione amministrativa e in continuità col periodo della Primavera di Palermo. L’accento è posto su alcuni dei “cavalli di battaglia” della prima amministrazione Orlando. Tra questi vi è sicuramente la cultura, intesa come leva per lo sviluppo economico e l’internazionalizzazione della città (Azzolina, 2015), ma anche la partecipazione che viene promossa e incentivate nelle forme più disparate.

Partecipare alle politiche pubbliche: l’Assessorato alla Partecipazione e Decentramento
L’enfasi posta dall’amministrazione in carica sulla partecipazione dei cittadini si traduce nell’avvio di un variegato insieme di iniziative istituzionali di coinvolgimento della cittadinanza. Infatti, al momento del suo insediamento nel 2012 la nuova giunta guidata da Leoluca Orlando istituisce per la prima volta nel Comune di Palermo un Assessorato alla Partecipazione e al Decentramento alla cui guida viene posto Giusto Catania, esponente di Rifondazione Comunista già al fianco di Orlando nel 2000 come Assessore alla Cultura (seppure per un lasso di tempo molto breve). Al suo assessorato vengono affidate le deleghe in materia di partecipazione, decentramento, servizi anagrafici e migrazioni e nel maggio 2014, a seguito di un rimpasto di giunta, alle precedenti deleghe viene aggiunta la delega alla mobilità.
La scelta di dedicare un assessorato alla partecipazione non è una novità nel panorama amministrativo italiano dove diversi sono i comuni che hanno istituito un assessorato ad hoc (Gelli, 2009). Si tratta di una tendenza diffusa soprattutto nell’ambito dei governi municipali di centro-sinistra, anche se casi simili sono ultimamente rintracciabili anche in amministrazioni di diverso colore politico[1].
L’istituzione di un Assessorato alla Partecipazione all’interno del Comune di Palermo sembra rientrare all’interno di una strategia politica che intende fare della partecipazione cittadina uno dei cavalli di battaglia della nuova amministrazione. Nel dicembre 2012 viene infatti approvato l’atto di indirizzo 'Palermo 2013 - Anno della Partecipazione” nel quale vengono indicati gli obiettivi principali della nuova giunta in tema di partecipazione. Nel comunicato stampa istituzionale che accompagna l’atto si legge[2]:

'La crisi della politica si supera attraverso un nuovo processo di partecipazione - afferma il Sindaco Leoluca Orlando - e la scelta della nostra amministrazione è quella di allargare gli spazi di democrazia e la cittadinanza attiva.'
'La partecipazione è una scelta strategica fondamentale per la nuova amministrazione - afferma l'Assessore alla Partecipazione Giusto Catania - e con questo atto d'indirizzo diamo corso ad un impegno assunto in campagna elettorale: coinvolgere i palermitani sulle decisioni amministrative attraverso un processo trasparente e partecipato.”

Nelle dichiarazioni dei rappresentanti istituzionali emerge chiaramente l’idea di volere promuovere il dialogo con la cittadinanza e di fare della partecipazione uno dei nodi strategici della nuova amministrazione.
A distanza di circa tre anni molte delle attività previste nell’atto di indirizzo sono state avviate. Viene infatti istituita la consulta delle Culture, organo rappresentativo di tutti coloro i quali hanno una nazionalità diversa da quella italiana, vengono realizzati cinque Electronic Town Meeting (e-TM) sui temi della pedonalizzazione, della riqualificazione della costa, del decentramento amministrativo, della raccolta differenziata e del piano regolatore, viene sperimentato un profilo di comunità per individuare peculiarità e bisogni della popolazione residente nella sesta e ottava Circoscrizione; vengono elaborate le linee guida sugli Open data del Comune di Palermo e realizzato il relativo portale per la loro diffusione. Inoltre sono state svolte iniziative anche non direttamente previste dal documento di indirizzo quali la creazione di un albo degli stakeholders e la costruzione di una piattaforma on-line per la promozione della partecipazione di tutti i cittadini disponibile sul sito istituzionale.
Tutti questi interventi sono stati condotti con budget estremamente ridotti o a titolo gratuito. Rispetto a queste esperienze fa eccezione il caso degli e-TM[3]la cui realizzazione è avvenuta attraverso l’affidamento a terzi tramite una gara d’appalto che prevedeva un costo di 80.000 euro.
Tale scelta rientra nella volontà dell’amministrazione di svolgere attività di partecipazione non solo ascoltando le istanze provenienti dalla società civile attraverso metodi più tradizionali e informali quali assemblee, incontri e consultazioni, ma anche inserendo all’interno delle prassi amministrative strumenti e metodologie più strutturate che richiedono un grado di expertise più elevato. Lo stesso Orlando in un comunicato stampa del comune del 7 febbraio 2014 afferma:

“'Per l'Amministrazione comunale - ha continuato il Sindaco Orlando - la Partecipazione non si pratica semplicemente raccontando le centinaia di assemblee ed incontri svolti in questi duri mesi di attività, ma attraverso l'istituzionalizzazione di strumenti e percorsi che mettano in sicurezza ogni tentativo di ritornare ad una gestione impermeabile della cosa pubblica, così come era fino a poco tempo fa.'”[4]

Nel discorso pubblico istituzionale, e a distanza di tempo rispetto al periodo elettorale, viene ribadito il ruolo strategico della partecipazione rispetto alla necessità di “mettere in sicurezza” le pratiche di governo dell’amministrazione. Dunque, l’adozione di strumenti ben codificati e sperimentati all’interno delle routine amministrative costituisce una scelta volta proprio ad andare in questa direzione. L’investimento (anche economico) dell’Assessorato sul percorso di realizzazione degli Electronic Town Meeting rientra perfettamente in questa cornice, così come il percorso formativo rivolto ai funzionari comunali previsto dal bando di gara. All’interno del progetto, che ha coinvolto circa trecento cittadino per ciascuno dei cinque eventi, oltre all’utilizzo del dispositivo dell’e-TM è stata prevista infatti un’attività formativa sui temi della partecipazione e sull’utilizzo di strumenti di democrazia deliberativa e partecipativa. Il percorso formativo ha affiancato tutte le fasi di realizzazione del processo, coinvolgendo in maniera sempre maggiore i funzionari stessi nelle fasi di preparazione e svolgimento di ciascun e-TM.
È inoltre importate sottolineare che a prendere parte all’esperienza formativa sono stati funzionari afferenti ad assessorati diversi, proprio perché nelle intenzioni dell’amministrazione era presente l’idea di utilizzare le competenze da questi acquisite in materia di partecipazione all’interno di tutti i settori dell’amministrazione. Anche la formazione del personale amministrativo sembra rientrare dunque nella strategia finalizzata alla maturazione di un percorso interno all’amministrazione volto a sviluppare strumenti e competenze da utilizzare internamente.
Proprio per tale ragione a conclusione del percorso “ETM Palermo” l’Assessorato ha elaborato un regolamento della partecipazione volto a sancire l’adozione di strumenti e pratiche partecipative all’interno della macchina amministrativa[5].
Nel regolamento vengono elencate nel dettaglio le modalità di attivazione di percorsi di cittadinanza attiva e le fasi di svolgimento. In particolare si prevede la possibilità che i percorsi partecipati vengano avviati o su richiesta di rappresentanti istituzionali interni all’amministrazione, o su richiesta della società civile. Il regolamento prevede inoltre che una volta approvato e attivato il processo, la sua realizzazione venga affidata ad un gruppo intersettoriale, composto ad hoc dai funzionari del Comune formati sui temi della partecipazione. Nella realizzazione del percorso il gruppo è poi tenuto ad interagire con i referenti di settore, funzionari con competenze di partecipazione, stabilmente incaricati di facilitare i processi all’interno della propria area o settore di competenza.
Il regolamento della partecipazione è stato approvato con la delibera di giunta del 25 febbraio 2015. Questa, oltre a contenere le linee guida per la partecipazione sancisce il recepimento dei risultati dei cinque Electronic Town Meeting. Per ognuno di essi vengono indicati gli esiti della consultazione e i provvedimenti presi dall’amministrazione in relazione a ciascun tema. Dalla lettura del documento però non si evince una correlazione e relazione causale tra gli esiti del processo e gli interventi di policy, emerge piuttosto una semplice giustapposizione.

Il fervore partecipativo in città
A questa attenzione dell’amministrazione in carica verso la partecipazione dei cittadini corrisponde il fiorire di diverse esperienze partecipative su iniziativa non solo di singoli referenti istituzionali ma anche di numerosi attori della società civile.
L’insieme delle esperienze partecipative osservabili in città si differenziano per committenza, oggetto della mobilitazione e strategie d’azione. Alcune vengono attivate dall’Assessorato alla Partecipazione che istituisce le consulte cittadine e avvia esperienze innovative per la città come la realizzazione di cinque Electronic Town Meeting[6]e l’attivazione del Profilo di Comunità in due delle otto Circoscrizioni cittadine. Contemporaneamente alcuni assessorati attivano ulteriori percorsi di progettazione partecipata. È il caso dell’Assessorato alla Cittadinanza Sociale che avvia il percorso per la redazione del Piano Sociale insieme ad alcuni attori della società civile finalizzato alla redazione partecipata di un documento programmatico per implementare azioni sulla base della propria programmazione e di quella comunitaria, oppure quello dell’Assessorato alla Cultura che realizza una serie di iniziative per il coinvolgimento di professionisti e portatori d’interesse nella redazione della candidatura di Palermo a Capitale Europea della Cultura.
In altri casi le istituzioni vengono coinvolte in un secondo momento in percorsi di partecipazione avviati da attori della società civile che cercano nell’interlocuzione istituzionale una forma di legittimazione e la possibilità di realizzare concretamente le proposte elaborate. È il caso del percorso di progettazione partecipata “Verso La Favorita”, avviato da un gruppo di cittadini e professionisti per la valorizzazione del grande Parco urbano della Favorita e sostenuto in un secondo momento dall’Assessorato al Verde Pubblico. O ancora il caso della redazione delle linee guida per la variante al piano regolatore, processo sviluppato a titolo gratuito da un insieme di esperti del settore che mettono a disposizione dell’amministrazione la propria expertise. Altro caso ancora è quello del Comitato Bene Collettivo, che raccoglie le adesioni di diverse associazioni cittadine e organizza svariati incontri pubblici per la redazione partecipata del nuovo statuto comunale.
Alcune esperienze di mobilitazione attivano percorsi anche di lunga durata, come nel caso del Piano Sociale che iniziato nel 2013 è tuttora in corso. Altri si trasformano nel tempo, come il movimento “I cantieri che vogliamo”, nato nell'autunno del 2011 da un gruppo di cittadini per denunciare l'assenza di un'adeguata politica culturale per la gestione dei diversi spazi cittadini, che si estingue poco dopo la rielezione di Orlando, ma si ripresenta in altra forma grazie alla creazione della rete MIC – Mettere in Comune, che raccoglie persone e tematiche della precedente esperienza, continuando a cercare un’interlocuzione con le istituzioni. La rete interrompe le proprie attività dopo un anno circa ma molti dei soggetti coinvolti continuano a lavorare insieme, principalmente nel settore della cultura. Questo patrimonio di capitale sociale alimenta un dibattito sulla gestione degli spazi urbani e dei beni comuni che trova applicazione pratica nella costituzione dell’Ecomuseo del mare presso lo spazio comunale del deposito delle locomotive di Sant’Erasmo, esperienza tuttora portata avanti sulla base di un partenariato pubblico-privato tra l’associazione Clac e il Comune di Palermo. Non mancano poi esperienze di attivazione dal basso meno strutturate, che vanno dall’occupazione di spazi in disuso come nel caso del Teatro Mediterraneo Occupato presso la Fiera del Mediterraneo, alle pratiche spontanee di risistemazione di una piazza o di un parco come nel caso del ‘Il Parco dell’Uditore, recuperato da un gruppo di abitanti e trasformato in uno degli spazi verdi più vivi di Palermo. A completamento di questo quadro così variegato vanno infine annoverate tutte quelle forme di cittadinanza attiva costituite da comitati e associazioni che da diverso tempo si prendono cura di parti di città e del relativo patrimonio storico-artistico e naturalistico come il Comitato per il recupero del Centro Storico e la fondazione Salvare Palermo. La tabella 1 tenta di fornire una sintesi delle principali esperienze di partecipazione osservabili in città, delle analogie e differenze che li caratterizzano, utilizzando alcune categorie di analisi: le modalità di avvio del percorso, la tipologia di soggetti coinvolti, l’oggetto della partecipazione, le forme di azione e gli esiti prodotti.

mercoledì 6 dicembre 2017

Una gestione europea dei rifiuti in Sicilia è possibile

Gent.mi,
invio di seguito il testo della lettera aperta inviata, a proposito dell'emergenza rifiuti, al Presidente Musumeci da Zero Waste Sicilia, con preghiera di pubblicazione.
Nell'augurarvi un buon lavoro colgo l'occasione per porgere i più cordiali saluti.
antonella leto  
 Al presidente della Regione,
Nello Musumeci
Oggetto: una gestione europea dei rifiuti in Sicilia è possibile
Ill.mo Presidente,
Zero Waste Sicilia è una organizzazione di volontariato, presente nelle principali aree di sofferenza ambientale causata dai rifiuti e da scellerati progetti di gestione degli stessi, che fa della gestione virtuosa degli oggetti e materiali abbandonati dopo il consumo la sua ragione d’essere e l’ispirazione delle proprie battaglie.
Abbiamo già avuto modo di interfacciarci con la precedente Amministrazione regionale partecipando, oltre che a convegni, ai lavori della IV commissione in qualità di Associazione ambientalista, in audizioni, a qualche conferenza di servizio e presentando esposti alla corte dei conti.
Le scriviamo questa lettera aperta dopo che la stampa ha riportato alcune sue dichiarazioni, al recentissimo convegno di Legambiente, che abbiamo apprezzato.
Fra queste "Sui rifiuti mi gioco la mia credibilità" è ampiamente condivisibile, in quanto secondo noi tutti i suoi predecessori la credibilità se la sono giocata proprio lì, perdendola. Riservandoci di discutere della strategia Zero Waste in altra sede, ci permetta di discutere dunque di questioni molto più basilari e di elencare i minimi e necessari passi che vanno eseguiti con la massima urgenza, per riportare la Sicilia in Europa su questo fronte.
Passo 0: Riportare la legalità nella gestione dei rifiuti in Sicilia.
0-a) Quasi tutte le discariche siciliane sono illegali, per molti versi. Tralasciando abusi e violazioni delle AIA, all’entrata in discarica i rifiuti devono essere trattati (cfr. TULA Dlgs. 152 del 2006) per evitare o almeno fortemente ridurre la produzione di percolato. Ciò si ottiene mediante separazione meccanica della frazione secca dei rifiuti urbani residui (RUR) da quella umida, e successiva biostabilizzazione di quest’ultima negli impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB). Tali impianti o non esistono o la frazione umida non è trattata abbastanza a lungo per stabilizzarla, come innumerevoli decreti emergenziali varati dalla precedente amministrazione regionale invece consentono. E comunque la capacità totale degli impianti di TMB non è sufficiente per gli oltre 2 milioni di tonnellate annue che i comuni conferiscono.
0-b) In Sicilia dal 31/12/2015 (L.R. 9/2010), bisognava raggiungere le soglie del 65% di raccolta differenziata (RD) e del 50 % di recupero di materia (RM) dai rifiuti. Come dai reports dell’Ufficio Speciale per il monitoraggio e per l'incremento della raccolta differenziata, la Sicilia non arriva che ad un terzo del primo limite di legge, malgrado gli sforzi ed i progressi di alcuni Comuni che raggiungono percentuali accettabili. Pertanto il sistema siciliano dei rifiuti è fuorilegge con ciò procurando gravi danni non solo ambientali ma economici non solo sul piano della economicità di gestione del ciclo dei rifiuti ma anche sul piano delle mancate risorse economiche extraregionali.
Passo 1: Raccolta differenziata e Recupero Materia
E’ la Raccolta Differenziata (RD) finalizzata al Recupero di Materia (RM) l’obbiettivo da perseguire per avviarci alla soluzione dei problemi legati alla raccolta dei rifiuti, in quanto le materie prime seconde così recuperate possono essere monetizzate. Per innalzare la RD oltre che il RM è indispensabile utilizzare il metodo di raccolta porta a porta (PAP), e la invitiamo ad informarsi sul consorzio Contarina (www.contarina.it), dove 50 comuni del trevigiano, 554.000 abitanti tutti serviti PAP, raggiungono percentuali di 85% di RD e soli 50 kg/abitante/anno di RUR (in Sicilia sono oltre 400). Interessantemente il consorzio Contarina ha tariffe e costo del servizio più bassi d’Italia.
Passo 2: Compostaggio e biodigestione
2-a) La frazione organica ad oggi raccolta in Sicilia dai soli rifiuti solidi urbani è pochissima, circa 250.000 tonnellate/anno, invece delle 750.000/800.000 possibili al 65% di RD, cui si sommano le quantità provenienti dai rifiuti speciali originati dalle attività agricole ed industriali di trasformazione. Gli impianti in esercizio di compostaggio (quasi tutti utilizzano il compostaggio aerobico) hanno una capacità di sole 100.000 ton/anno. Bastano solo questi numeri ad indicare la vera emergenza e la vera priorità tra le cose da fare. Inoltre se la raccolta dell’organico è fatta male, l’ammendato ottenibile sarà sporco di vetro, metalli pesanti, plastica ecc., e quindi non utilizzabile in agricoltura. Il compostaggio viene dunque a perdere la sua funzione primaria all’interno dell’economia circolare, cioè la procedura per restituire ai terreni alcune delle sostanze organiche che preleviamo con l’agricoltura e diviene un problema, e quindi un costo, per i gestori degli impianti e indirettamente per la comunità. Non Le sfugga, on. Presidente, che l’85% dei terreni siciliani è a rischio di desertificazione. Solo che ad oggi le procedure per l’autorizzazione di impianti di compostaggio sono troppo lunghe e complicate. Un Suo primo intervento potrebbe essere quello di snellire e velocizzare le procedure autorizzative per il compostaggio, anche consentendo ai singoli Comuni di dotarsene senza passare attraverso le SRR.
2-b) Una soluzione da caldeggiare, a nostro avviso, è quella di incentivare gli impianti di biodigestione anaerobica, con produzione di bio-metano. In questi processi si ottiene un ammendante, in quantità inferiori a quello prodotto dagli impianti aerobici da far maturare sul terreno, e biogas, da depurare per ottenere bio-metano per auto trasporto o da immettere nella rete: quindi una risorsa da utilizzare tutta e subito.
Ora non è necessario costruire giganteschi biodigestori, bensì sarebbe possibile un revamping dei depuratori delle acque reflue esistenti (che funzionano per lo più proprio mediante la digestione anaerobica) immettendo insieme alle acque reflue anche la frazione organica di qualità da raccolta PAP. Se alla fine del processo i “fanghi” di depurazione contengono quantità di metalli pesanti ed altro sotto i limiti di legge si avrebbe un discreto precompost e non ci sarebbero le spese di smaltimento dei fanghi di depurazione.
Passo 3: Impianti sovracomunali e finanziamenti europei
Per valorizzare la frazione secca da RD PAP e perfino quella indifferenziata sono indispensabili gli impianti di selezione e valorizzazione. Questi vanno finanziati e ci sono ottime possibilità, dopo che la Commissione Juncker lo scorso 26 Gennaio 2017 (http://ec.europa.eu/environment/waste/waste-to-energy.pdf) ha invitato la Banca Europea di Investimenti a preferire negli investimenti gli impianti per l’economia circolare anziché nuovi inceneritori.
On. Presidente, sono tantissime altre le misure che la Regione Sicilia potrebbe prendere, compresi un nuovo Piano Regionale Rifiuti ed una legge quadro su tutte le tematiche ambientali, e Zero Waste Sicilia è pronta a discuterle con Lei e con i competenti assessori. Tuttavia, anche se è pleonastico, noi vogliamo avvertirLa che la riforma del sistema dei rifiuti in Sicilia non è solo una difficilissima operazione culturale, ma toccherà grandi interessi economici consolidati di potentissimi gruppi. Ci troverà al Suo fianco se questa battaglia vorrà portare avanti, così come riceverà puntualmente le nostre critiche se così non dovesse essere.
Cordiali saluti
Per conto di Zero Waste Sicilia
Beniamino Ginatempo, Presidente
cell. 3287547423 

lunedì 4 dicembre 2017

Da " L'inchiesta Sicilia"::Palermo e il dramma dei senza casa

 
Le ultime rilevazioni statistiche sulla qualita' della vita a Palermo ci confermano che la china da risalire e' ancora lunga e difficile .La citta' si colloca ,come ormai d'abitudine, agli ultimi posti delle classifiche nazionali. L'essere capitale della cultura italiana per l'anno 2018, citta' di riferimento per il gran tour crocieristico del Mediterraneo,con un centro storico patrimonio Unesco in continua trasformazione e con rinnovata visibilita' a livello europeo e mondiale , non fa per nulla dimenticare ai cittadini i problemi strutturali ,urbanistici e dei servizi,che permangono a tutti i livelli. E sul versante sociale non va certo meglio .La sfida sociale e' imprescindibile per ogni progettualita' che voglia fare di Palermo una citta' a misura d'uomo .In un periodo segnato dalla crisi economica ,i problemi sociali ed economici che interessano le persone e le famiglie palermitane hanno conosciuto un incremento esponenziale .Valga per tutti il dato delle problematiche dei senza casa ,persone che non hanno fisicamente alcun tetto ove dimorare ,che a Palermo sono passati dal dato di un centinaio (circa 5 anni fa) agli attuali 500 casi.Le famiglie in graduatoria per l'emergenza abitativa sono ormai quasi 2000 .Una parte di queste persone e famiglie,circa 600 casi segnalati, trova soluzioni precarie attraverso l'occupazione abusiva di immobili,anche in situazione di grave abbandono,con i problemi di sicurezza e di salute che ne derivano.Se pensiamo anche agli ultimi eventi di cronaca ,e' fin troppo ovvio pensare che tale situazione di incertezza e fragilita' ha risvolti negativi sulla serenita' e qualita' della vita di una aspirante smart city ,citta' educativa, citta' dell'accoglienza e della solidarieta' .Un triste e grave episodio di alcune settimane fa ,e' stata la vicenda che ha provocato un sincero moto di reazione nell'opinione pubblica , in particolare la morte di un uomo,Lassad Ouini,di nazionalita' tunisina, senza fissa dimora ,ritrovato senza vita nel suo giaciglio di fortuna ,presso la zona del porto.Un gruppo di cittadini e volontari ,da sempre attivi nell'ambito delle problematiche sociali , sollecitati da questa ennesima morte per strada causata dall'indifferenza , dalla solitudine,dalla mancanza di coordinamento e progettazione dei servizi , intende dare una scossa alla sensibilita' dell'amministrazione comunale ,anche sul versante politico ,coinvolgendo uffici e consiglio comunale ,oltre che il sindaco e l'autorita' prefettizia .Per tale motivo sono stati indetti e si sono gia' svolti alcuni incontri, e altri ne sono in programma, preso l'aula Rostagno del Palazzo delle Aquile .E' quindi attiva ,da questo mese di novembre , una assemblea permanente su disagio sociale e abitativo , volta a cercare soluzioni al disagio abitativo che colpisce a Palermo molte persone e famiglie .I primi incontri sono stati vivamente partecipati da cittadini, volontari di associazioni impegnate in prima linea nel servizio di assistenza mensa e ricovero per i senza dimora,rappresentanti di associazioni impegnate nel sociale .Anche da molti consiglieri comunali invitati e intervenuti ( Mov 5 stelle,Sinistra Comune, Mov 139 ,PD ), da alcuni rappresentanti della Consulta per la Pace non violenza e diritti umani del Comune di Palermo, da rappresentanti del Sindacato nazionale inquilini . Altri ancora hanno manifestato il loro appoggio all'iniziativa.

In effetti la presenza di molti consiglieri comunali sembra dire che qualcosa a Palermo stia cambiando ,riguardo alla sensibilita' sul tema.Un segnale importante potrebbe arrivare dalla possibile proficua collaborazione politicamente trasversale ,ma che in primo luogo assume significato di una necessaria e inderogabile grande iniziativa umanitaria e civica.La dimensione del problema sta diventando davvero poco onorevole per una citta' come Palermo,e in realta' finora sono mancate l'attenzione significativamente costante ,la creazione di un gruppo di lavoro efficace ,la proposizione di un tavolo che vada oltre le estemporanee promesse e che riunisca ,insieme ai cittadini , le diverse competenze e istituzioni in modo stabile e duraturo.

L'assessore alle attivita' sociali ,Dott.Mattina, ha assicurato la propria presenza alle prossime occasioni ,e ha formulato la possibilita' di attivare alcune delle soluzioni proposte.

Tra queste ,l'autorecupero degli immobili,con un apposito regolamento;la revisione di alcune procedure finora adottate che finiscono per mettere ostacoli e non per aiutare i soggetti interessati a risolvere il problema (vedi Pon Casa );la revisione della legge Lupi ;l'inventario ,il recupero e la destinazione a fini socio abitativi del patrimonio immobiliare in gran parte in disuso che potrebbe con poco sforzo essere adibito alla soluzione del problema socio abitativo.

Notizie sull'assemblea sono reperibili sul sito FB significativamente denominato " Gli ultimi sono i primi".

La sfida e' evitare ogni altra morte dovuta alla carenza di attenzione e di un tetto a Palermo, e non solo,specialmente all'approssimarsi dei rigori invernali .Ma anche quella di aumentare la consapevolezza che i problemi del buon vivere civile ,della qualita' della vita,della sicurezza ,dipendono dal grado di accoglienza ,maturita' della comunita' ,e buon uso di risorse a volte lasciate nel dimenticatoio per mancanza di iniziativa e indolenza.Un'azione civica di grande forza puo' smuovere le necessarie sinergie politico amministrative in tal senso.



Mario Guglielmino



Presidente associazione Voci Attive .PAlermo