"Sii Tu per primo il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo ." Gandhi
" La democrazia consiste nella partecipazione attiva alle decisioni concernenti i beni pubblici,oppure essa non e' niente ."
H. Arendt


lunedì 30 ottobre 2017

Invito al voto libero ,critico e consapevole

Elezioni in Sicilia

Voci attive ,quale associazione politico culturale e movimento di cittadinanza attiva,intende promuovere la riflessione sulle elezioni che porteranno a breve al rinnovo dell'assemblea regionale siciliana,invitando alla partecipazione e al voto tutti i cittadini e le cittadine siciliani/e .

LA formazione degli schieramenti


Un percorso particolarmente sofferto ha visto tutti i fronti impegnati in un'opera di costituzione delle liste e degli schieramenti.
Ogni ambito politico,negli ultimi mesi , ha dovuto piu' volte ridefinire la linea , anche a seguito di sollecitazioni provenienti dalla politica nazionale .
Se volessimo rimanere nel solco della terminologia tradizionale ,sia la compagine di destra che quella di sinistra hanno affrontato una laboriosa fase di sintesi,piu' o meno definita e compiuta.
Sono in tutto 5 i nominativi per la presidenza,a capo delle rispettive liste e /o coalizioni .La compagine di centro destra ha raggiunto un accordo per presentare la candidatura univoca di Musumeci.Al centro sinistra si differenziano le aree che fanno capo a Micari ,piu' sulle posizioni della attuale maggioranza di governo PD ,e quella che fa capo a Fava ,con riguardo all'area di sinistra in questo momento minoritaria ,ma che rappresenta le espressioni critiche nei confronti dell'attuale assetto politico nazionale. .
Il Mov 5 stelle ,con Cancelleri,e la lista di Siciliani Liberi ,con La Rosa completano il quadro

Il sesto schieramento

I governi Cuffaro,Lombardo ,Crocetta ,sono stati caratterizzati dal progressivo instaurasi di una crisi che ha man mano coinvolto tutti i settori della vita pubblica siciliana,con un continuo  depauperamento della moralita' pubblica e delle risorse ,con alcuni tentativi malriusciti e incompiuti di riorganizzazione ,e l'imbocco di un vicolo cieco ,di cui e' viva espressione la disaffezione dei siciliani nei confronti delle istituzioni e verso la politica .Infatti ,il sesto schieramento ,almeno secondo le intenzioni di voto espresse nei sondaggi, e' quello dell'astensione:esso costituirebbe ben il 50 per cento .
Per semplicita' e brevita',( non affatto per voler graziare i precedenti) citiamo alcuni insuccessi dell'ultimo governo ,ricordando il mancato raggiungimento di alcuni obiettivi molto rilevanti ,sui seguenti temi :
acqua pubblica, gestione dei rifiuti ,green economy, affare MUOS e affermazione di una cultura di pace e accoglienza , trivellazioni e concessioni petrolifere, applicazione dell'autonomia , riforma /abolizione delle province ,citta' metropolitane, stipendi e pensioni d'oro all'ARS,viabilita' pubblica ,cura del territorio ,rete ospedaliera e personale sanitario,riforma del settore formazione e lavoro
Inoltre la vita amministrativa e politica della regione siciliana e' stata di fatto commissariata quasi direttamente da manovre provenienti dalle stanze romane,persino con alcune azioni transattive al ribasso su crediti e debiti di bilancio regionale .
Occorre definire con gravita' e senza giri di parole che le ultime esperienze di governo della regione sono state fallimentari.E nel recente periodo sono state condite da una girandola di assessori e funzionari,cosa che ha prodotto estrema confusione e impaludamento della gia' pletorica macchina amministrativa.
Tutto cio' in un clima di sempre piu' acuto conflitto istituzionale che ,senza risucire a dipanare i conflitti delle competenze, spesso derivanti dalle stesse contraddizioni interne al sistema delle leggi e degli uffici ,ha determinato una situazione di ulteriore venefica stagnazione.
Quanto sopra espresso rende comprensibile la reazione di estraneita' e protesta della cittadinanza,gia' alle prese con una crisi economica generale.

LE nuove proposte : a volte ritornano
A fronte  di tutto questo ,le liste e i nominativi espressi e proposti per questa tornata elettorale non sembrano rispecchiare le necessita' di svecchiamento e rinnovamento .Nomi e personaggi che hanno caratterizzato tutte le epoche dei governi precedenti ritornano ,e chiedono la fiducia di un elettorato che dovrebbe avere gia' da tempo maturato nei loro confronti un giudizio di insindacabile mediocrita' ,insufficienza e inefficienza.
Tuttavia la politica siciliana e' da sempre affetta da un grave male ,che e' quello del clientelismo e della preponderanza di alcuni gruppi di potere e di alcune lobbies .

L'invito
In tutto questo , Voci Attive invita i siciliani a discernere profondamente nella scelta della nuova classe dirigente politico amministrativa siciliana,evitando di rinnovare la fiducia verso tutti quei personaggi che , come figure ormai consunte ,tentano di ripresentarsi e carpire la buonafede dei cittadini.,sulla base di risultati inesistenti e/o pessimi o di nuove false promesse..Evitando anche di prestare fede a figure paravento che servono soltanto a un debolissimo e inconsistente tentativo di maquillage
La politica e' essenzialmente servizio e non tornaconto personale ne' partitico,ne' si riduce alla mera ricerca e spartizione delle poltrone tramite coacervi elettorali.

I siciliani cerchino di premiare l'atteggiamento di collaborazione e dialogo, tra quelle persone e forze politiche che professano metodologicamente questi valori nei loro programmi ,valutando progettualita' e persone con grande attenzione ,per non affidare ancora una volta la Sicilia, per un quinquennio, a chi ha dimostrato di non sapere gestire degnamente la cosa pubblica.

Alcune tematiche da privilegiare

La nostra attenzione va a quelle formazioni che includono nei loro programmi le tematiche gia' sopra accennate: gestione pubblica dei beni comuni, partecipazione civica, cultura di pace e accoglienza nel Mediterraneo,energia verde/sostenibile, creazione delle condizioni infrastrutturali, economiche e finanziarie che finalmente possano emancipare la nostra regione, i giovani e gli adulti,opponendosi alle solite trite ricette di stampo parassitario e assistenzialistico ,fondate sulla chimera del precariato in ambito lavorativo e del piatto di lenticchie una tantum.

Siamo certi che intraprendere alcuni indirizzi nell'ambito della politica energetica e nella gestione comune dei servizi e dell'economia regionale ,con tecniche nuove e in settori finora poco valorizzati ,possa consentire nuovamente alla nostra terra di splendere e respirare autonomamente ,ampiamente ,con forza e iniziativa propria.

Invitiamo ,in conclusione, tutti i siciliani al voto, senza cedere alla tentazione dell'astensionismo,che si ritorcerebbe ,come ulteriore beffa ,contro di noi cittadini

Invitiamo i siciliani tutti a essere sempre Voci Attive nel pieno esercizio della cittadinanza attiva .

Associazione Voci Attive Palermo

mercoledì 25 ottobre 2017

FORUM SICILIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA ED I BENI COMUNI






FORUM SICILIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA ED I BENI COMUNI



 

Il Forum siciliano dei Movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni in occasione del rinnovo dell’Assemblea regionale del 5 novembre sottopone ai candidati Presidenti della Regione Siciliana in rappresentanza delle coalizioni o liste che li sostengono, alcuni obiettivi programmatici che ritiene strategici per un autentico rinnovamento delle politiche regionali in grado di mettere in moto una gestione virtuosa del territorio e di creare lavoro, salubrità e benessere.

Questi obiettivi tenuti insieme da una visione complessiva sintetizzabile nella Conversione ecologica e nell’economia circolare, oggi entrata anche nelle priorità dell’Unione Europea, è stata totalmente assente nelle politiche regionali delle ultime tre legislature che anziché affrontare l’emergenza dei mutamenti climatici, del dissesto idrogeologico, della svendita dei Beni di appartenenza collettiva con le privatizzazioni forzate dei beni e dei servizi pubblici locali, hanno continuato a favorire interessi economici e finanziari basati sull’ideologia del libero mercato e del massimo profitto a detrimento degli interessi delle comunità locali.



La gestione sempre più centralizzata delle risorse, dei servizi e del territorio in favore di gruppi finanziari locali, nazionali e transnazionali pone inoltre un serio problema di democrazia; esautora Enti Locali e cittadini dalla discussione e dalla decisione sulle scelte strategiche che riguardano il proprio territorio violando la Convenzione di Aarhus che prevede la consultazione e la partecipazione dei cittadini su tutte le materie di carattere ambientale, già ratificata dal parlamento italiano ma mai recepita dalla Regione che ha governato attraverso “emergenze” utili ad avocare i poteri dei Comuni con i Commissari ad acta. Una transizione ecologica e democratica a nostro avviso non più rinviabile!



Sulla base della nostra piattaforma programmatica sintetizzata in sei punti che riteniamo dirimenti nella definizione di politiche a favore dei cittadini e del territorio, chiediamo ai candidati Presidenti di esprimere senza alcuna ambiguità il proprio orientamento politico e programmatico e quello delle forze politiche che li sostengono.




I nostri obiettivi: 100% rinnovabili; gestione pubblica e partecipativa delle risorse idriche; strategia rifiuti 0; agricoltura a km 0; Pace e smilitarizzazione del territorio; democrazia partecipativa.

1. Nuovo Piano Energetico regionale per creare lavoro, ridurre le emissioni di CO2, le combustioni che emettono diossine, furani e polveri sottili, salvaguardare clima, salute ed ambiente.

1) Piano energetico regionale basato sull’obiettivo 100% rinnovabili. Integrare un sistema di produzione, autoproduzione, accumulo e distribuzione di energie rinnovabili, (solare, eolico, idroelettrico) strettamente collegato alla possibilità di gestione diretta da parte degli enti locali e dei cittadini, anche attraverso l’utilizzo dei fondi nazionali e comunitari, dei PAERS, etc., sull’investimento sulla ricerca e sperimentazione di nuove tecnologie.
2) Revoca delle autorizzazioni per la ricerca e la coltivazione di idrocarburi e gas in terra e mare, degli impianti di stoccaggio e trasformazione che comportano rischi ambientali irreversibili, aumento esponenziale di malattie connesse all’esposizione di agenti inquinanti, compromissione delle falde acquifere, etc.
3) Rete di trasporti pubblici su ferro e incentivazione del trasporto privato ad alimentazione elettrica.



Un Piano di conversione energetica diffuso a tutto il territorio regionale comporterebbe la creazione di migliaia di posti di lavoro nell’impiantistica, manutenzione, efficentamento energetico degli edifici; l’abbattimento dei costi dell’energia elettrica da fonti fossili, la democratizzazione nella gestione delle risorse.


Nuovo piano energetico regionale





1) 100% rinnovabili
2) Stop trivellazioni
3) Trasporto su ferro ed elettrico



SI
NO
SI
NO
SI
NO








 
2. Gestione Pubblica e partecipativa delle risorse idriche secondo la volontà Popolare.


La Sicilia paga i disastri di un processo di privatizzazione delle risorse idriche avviato nel 2004 dal governo Cuffaro e proseguito dai governi Lombardo e Crocetta; la liquidazione di EAS, ancora da completarsi a distanza di 13 anni per privatizzare il cosiddetto sovrambito affidato a Siciliacque SPA, per il 75% della multinazionale francese Veolia, fa pagare due volte l’acqua ai siciliani senza assicurare “efficacia, efficienza ed economicità” dato che i gestori privati in ambito provinciale sono oggi in parte già falliti o in condizioni debitorie e di gravi illegittimità sul piano legalitario. Aumenti vertiginosi delle tariffe del SII, turnazioni anche di 10 giorni nell’erogazione dell’acqua, perdite nelle condutture con lavori di manutenzione mai eseguiti, disastro ambientale per mancata depurazione, dissesto idrogeologico, inquinamento dei corsi d’acqua e dei bacini con conseguenti condanne comunitarie non sono che la punta dell’iceberg di un fallimento annunciato e conclamato.



La legge regionale 19/15, che prende le mosse da quella di iniziativa Popolare e dei Consigli comunali del 2010, ha ridotto la visione complessiva della gestione delle risorse idriche all’uso idro-potabile senza voler affrontare e risolvere nell’ambito del Bacino idrografico unico per la Sicilia, il riordino delle competenze tra assessorati per l’uso irriguo ed industriale. Inoltre la legge 19/15 è ad oggi inapplicata a partire dagli adempimenti del Presidente della Regione per diversi articoli tra i quali la revisione e rescissione del contratto con Siciliacque, mentre la partita degli invasi non collaudati o da manutenere resta in capo alla Regione che non è stata in grado di gestire l’emergenza idrica. È evidente che se tutti i costi della gestione del SII, compresi gli investimenti e gli oneri finanziari sono a carico della tariffa, ed i privati premono per ottenere ulteriori investimenti pubblici, le privatizzazioni non hanno portato alcun beneficio ai cittadini.


1) rescissione dei contratti con i gestori privati locali e del cosiddetto sovrambito gestito da Siciliacque per il 75% della multinazionale Veolia
2) favorire la costituzione di aziende speciali consortili o consorzi tra comuni e non spa (enti di diritto pubblico e non di diritto privato).
3) applicazione della legge reg.le 19/15 per tutti gli articoli inevasi dal Presidente, dall’assessore e dalle ATI.
4) rivisitazione della stessa legge 19/15 che comprenda gli usi plurimi della risorsa, (idropotabile, irriguo ed industriale) con conseguente riordino ed accorpamento delle competenze degli assessorati e dipartimenti.
5) Programmazione degli investimenti per il completamento, restauro e collaudo dei grandi invasi e progettazione di piccoli bacini, riuso della risorsa idrica.
6) Politiche di riforestazione del territorio per ridurre il rischio idrogeologico e di desertificazione.
7) abbattimento dei costi di gestione attraverso l’uso di energie rinnovabili e della fitodepurazione e recupero delle acque depurate per il riutilizzo in agricoltura.


Gestione Pubblica e partecipativa risorse idriche







1) rescissione contratti coi privati
2) costituzione Enti di diritto pubblico
3) applicazione lr 19/15





SI
NO
SI
NO
SI
NO










4) rivisitazione lr19/15 per il riordino delle competenze tra assessorati e dipartimenti
5) investimenti, restauro, completamento e collaudo dighe ed invasi
6)forestazione dissesto idrogeologico
7)Energie rinnovabili e fitodepurazione




SI
NO
SI
NO
SI
NO
SI
NO










 
3. Piano regionale dei rifiuti – Adozione della strategia Rifiuti Zero, Zero inceneritori.

La gestione dei rifiuti in Sicilia ha impegnato in ultimo i lavori della Commissione parlamentare. Di piano in piano e d’emergenza in emergenza la situazione è ormai fuori controllo. È chiaro che parliamo di un settore nel quale se si considera il rifiuto materia di scarto, anziché una risorsa economica ed occupazionale da utilizzare a tutto campo, le occasioni di profitto lecito ed illecito si moltiplicano a discapito dell’ambiente, della salute, dei costi sostenuti dai cittadini, in violazione delle direttive EU.

Se l’obiettivo è quello di ridurre drasticamente fino ad azzerare i rifiuti in discarica e di non costruire termo-valorizzatori, la strategia “rifiuti zero” ha già dimostrato di essere quella che ottiene i migliori risultati dal punto di vista economico, della tutela dell’ambiente e delle ricadute occupazionali sul territorio. Raccolta differenziata del tipo “porta a porta”, tariffa puntuale (TIA), Centri di Raccolta (CCR) diffusi sul territorio comunale, Impianti di compostaggio aerobico per il recupero di materia organica da restituire ai terreni dilavati, centri di riuso, recupero e baratto per ridurre materia destinata allo smaltimento e creare economia sociale e posti di lavoro, insieme ad una seria programmazione che non sia finalizzata a continuare a favorire gli interessi nelle discariche private, nel trasporto dei rifiuti e negli inceneritori rappresenterebbero una svolta epocale in sintonia con il rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini nonché della vocazione turistica della regione. Dai centri di raccolta si potrebbe inoltre passare alla trasformazione delle materie creando occasioni occupazionali.

Nuovo piano regionale delle materie di scarto





1) Adozione strategia Rifiuti 0
2) Zero termovalorizzatori
3) Recupero di materie prime seconde



SI
NO
SI
NO
SI
NO









 
4. km Zero – il rilancio dell’agricoltura e dell’agro-alimentare di qualità.

la vocazione agricola della nostra regione e la straordinaria varietà biologica delle nostre produzioni è appiattita dalle politiche comunitarie e dalla mancanza di una visione nella programmazione regionale incapace di valorizzare dei nostri prodotti ed incentivarne la coltivazione ed il consumo. L’agricoltura naturale e/o biologica a Km 0 ci consentirebbe di uscire dalla logica degli alimenti “globalizzati” imposti dalle multinazionali delle sementi, della chimica e della grande distribuzione, che costituiscono una catena di sottrazione di diritti, salute e lavoro. Le produzioni agro-alimentari locali, al contrario, salvaguardano la biodiversità, la salute, il territorio da pericolosi inquinanti in falda e dal rischio idrogeologico e desertificazione cui contribuisce all’abbandono dei cultivi. Con l’agricoltura naturale e/o biologica a km zero è possibile ricostruire importanti occasioni di lavoro e di reddito, realizzare progetti di recupero ed inclusione sociale, preservare la salute e valorizzare il territorio. È necessario puntare ad un sistema di produzione, trasformazione e distribuzione che valorizzi i prodotti locali, favorisca la consapevolezza dei cittadini consumatori, realizzi quell’inversione di tendenza alla globalizzazione epocale e necessaria.

Nuovo piano regionale per l’agro-alimentare siciliano





1) incentivazione colture locali naturali e bio
2) promozione denonimazione d’origine
3) incentivi alla trasformazione e consumo delle produzioni locali



SI
NO
SI
NO
SI
NO









 
5. Pace, smilitarizzazione ed accoglienza diffusa.

La Sicilia ha una vocazione alla Pace e smilitarizzazione del proprio territorio che prende le mosse dall’approccio non violento di Danilo Dolci e dalle lotte di Pio La Torre e di quel milione di siciliani che sostennero la battaglia contro i missili Cruise che portò alla trasformazione di Comiso in aeroporto civile. Le continuative mobilitazioni popolari contro il MUOS di Niscemi, per la smilitarizzazione degli aeroporti di Birgi, Fontanarossa e del porto nucleare di Augusta vedono l’impegno congiunto di molti enti locali e della stessa ANCI Sicilia che si è recentemente espressa anche a favore della ratifica italiana del trattato ONU per la messa al bando delle armi nucleari. Un Mediterraneo di Pace e di depotenziamento dei conflitti, in cui per la posizione strategica la Sicilia riveste oggi il ruolo di vettore e potenziale bersaglio, vorrebbe un impegno concreto in questa direzione nei confronti del Parlamento italiano da parte del Governo e del Parlamento siciliano che finora è stato del tutto assente dalla scena come soggetto istituzionale o contraddittorio. Altrettanto assente dalle politiche regionali è la questione dell’accoglienza dei migranti e della violazione dei diritti delle persone sanciti dalle convenzioni internazionali. Si chiede ai candidati alla Presidenza di esprimersi sul sostegno alle politiche di Pace, smilitarizzazione e di accoglienza diffusa che potrebbe comportare benefici economici legati ad economie locali, anche per recuperare e far rivivere centinaia di borghi abbandonati.

Impegno della regione a costruire Pace ed accoglienza





1) impegno a ridiscutere le autorizzazioni del MUOS
2) approvazione legge regionale Cultura di Pace
3) Politiche per l’accoglienza diffusa e recupero borghi abbandonati



SI
NO
SI
NO
SI
NO









 

6. Democrazia partecipativa informazione e controllo popolare sulle politiche ambientali.

L’ambito nel quale le politiche di cui sopra possono realizzarsi con la collaborazione ed il coinvolgimento degli Enti Locali, dei cittadini, delle associazioni, delle parti sociali, degli attori economici e sociali deve necessariamente prevedere una apertura alla Democrazia partecipativa già sancita a livello europeo e nazionale, ma mai formalizzata e resa effettiva nelle politiche della Regione Siciliana. Il recepimento e l’applicazione della Convenzione di Aarhus nello Statuto Siciliano ed in quello degli enti locali consentirebbe di avviare processi democratici, condivisi e responsabili su tutte le materie di carattere ambientale che investono le scelte politiche operate sui territori. Una riforma in questo senso resta alla base di una amministrazione regionale sinceramente democratica e rispettosa dei cittadini e del territorio. Anche su questo tema chiediamo che i i candidati Presidenti si esprimano.

Introduzione nello Statuto regionale e negli statuti degli enti locali della convenzione di Aarhus





1) statuto siciliano
2) statuto enti locali
3) organismi di controllo popolare nei servizi pubblici locali



SI
NO
SI
NO
SI
NO








 

Nell’auspicio che i candidati alla Presidenza vorranno rispondere alle nostre sollecitazioni informiamo che sarà nostra cura veicolare le risposte dei candidati e verificarne dal 6 novembre l’aderenza.


 

FORUM SICILIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA ED I BENI COMUNI


Cultura della pace: appello della Consulta ai candidati siciliani per la legge

Cultura della pace: appello della Consulta ai candidati siciliani per la legge

La richiesta è quella di sostenere la proposta di legge sulla cultura della pace in Sicilia: "inspiegabilmente ed immotivatamente" bloccata nella Commissione bilancio. Il portavoce Lo Cascio: "Vogliamo un Mediterraneo di pace libero da armi di distruzione di massa e da basi militari"

24 ottobre 2017 - 12:40
PALERMO - Sostenere la proposta di legge sulla cultura della pace in Sicilia. E' quello che chiede il portavoce della Consulta della Pace di Palermo Francesco Lo Cascio che invita i candidati alla presidenza della regione siciliana e quelli delle rispettive liste a sostenere formalmente una cultura di Pace, inserendo nei propri programmi l’immediata riproposizione del pdl 501 sulla Cultura di pace, sottoscritto fin dal 2013 da 35 parlamentari di diverse forze politiche, a partire dai 2 principali gruppi dell’Ars e poi "inspiegabilmente ed immotivatamente" - come sottolinea la Consulta - bloccato nella commissione bilancio. 
La Sicilia è l'unica regione a non averla. Ormai naturalmente è tutto rinviato alla prossima legislatura regionale. La Consulta confida nella sensibilità culturale e concretamente operativa che deve portare le diverse forze politiche, anche in maniera trasversale, ad avere una legge sulla cultura della Pace. "Si chiede un impegno mirato per una politica che affermi dal basso il ruolo della Sicilia nella promozione di un Mediterraneo di Pace - dice Francesco Lo Cascio che è anche il presidente del Mir di Palermo - libero da armi di distruzione di massa, dall’attracco nei nostri porti, di navi a capacità e armamento nucleare, da basi militari straniere e installazioni quali il Muos, sostenendo l’appello dei comuni dell’Anci Sicilia in favore del disarmo e della ratifica italiana del trattato per il bando delle armi nucleari. Poi ancora ci mettiamo a sostegno di una Sicilia accogliente verso profughi e richiedenti asilo che mostri il volto umano del sogno europeo che ci accomuna a questi ultimi". 
"È importante che anche la Sicilia abbia finalmente una legge che la renda terra di Pace: valore che si sostanzia attraverso la promozione dei diritti umani, la smilitarizzazione dei territori, l’attenzione ai conflitti dimenticati, l’attenzione agli ultimi, la sensibilizzazione verso stili di vita caratterizzati dalla sostenibilità sociale ed economica - sottolinea ancora Lo Cascio -. Le istituzioni hanno il dovere di raccogliere questi indirizzi e riflessioni e sostenere iniziative d’informazione e di ricerca, di educazione, volte alla cooperazione nello stile della nonviolenza, che mirino a sensibilizzare le nuove generazioni con esplicito intento pedagogico e d’indirizzo". 
Oltre ai 35 deputati regionali all'appello a sostegno della proposta normativa hanno aderito, oltre che molti cittadini impegnati nell'Isola a vario titolo, anche: Human Right Youth Organization (Hryo), Accademia Psicologia Applicata (Apa), Pro.Vi.De–Regina della Pace, AParte i No Mous Niscemi, Noema associazione culturale, Amici della Biblioteca di Niscemi, Associazione CataniaInsieme, scuola di italiano per migranti, Artemisia, Centro di ricerche creative Estelas, Rete Lilliput Isola, ROMpiamo i pregiudizi, Democrazia In Movimento. 
Nel 2015 il consiglio comunale di Palermo ha approvato ed istituito all’unanimità la “Consulta per la Pace, i Diritti Umani, la Nonviolenza ed il Disarmo”. Il comune ha aderito anche al coordinamento degli enti locali per la Pace e i diritti umani, alle iniziative della Marcia Perugia-Assisi, e il sindaco, all’organizzazione internazionale Mayors for Peace. La Consulta comunale della Pace ha le seguenti finalità: l’educazione al dialogo e alla pace, alla nonviolenza, alla conoscenza, alla difesa e al rispetto dei diritti umani, al disarmo e al lavoro attivo contro la guerra e al suo rifiuto come mezzo di risoluzione dei conflitti, alla mondialità e all’interculturalità, al riconoscimento e al rispetto delle differenze, alla solidarietà, allo sviluppo sostenibile, alla partecipazione civile attiva, ai metodi decisionali orientati al consenso, al rispetto e alla promozione della legalità, alla convivenza civile e pacifica; la promozione e il sostegno della risoluzione nonviolenta dei conflitti, a partire dai rapporti interpersonali fino ai rapporti di cooperazione e solidarietà nazionale ed internazionale, la promozione e il sostegno della giustizia tra i popoli e nei rapporti tra gli Stati, del disarmo, della diplomazia popolare, delle ambasciate di democrazia locale e dei corpi civili di pace; l’affermazione della multiculturalità con particolare attenzione al tema dell’accoglienza e della diversità; l’avvio e il potenziamento delle relazioni di gemellaggio; il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio; contribuire a sostenere l’impegno per una risoluzione pacifica del conflitto in Medio-Oriente, per la Pace e un nuovo fiorente sviluppo nel Mediterraneo e per la costruzione di un’Europa delle città e dei cittadini, interculturale e accogliente contro ogni forma di pregiudizio, emarginazione sociale e xenofobia; la garanzia dei diritti di obiezione di coscienza al militare, e del servizio civile nazionale ed europeo. (Serena Termini)

venerdì 13 ottobre 2017

Da"L'inchiesta Sicilia" :Sul filo dei sondaggi

http://www.inchiestasicilia.com/2017/10/13/sul-filo-dei-sondaggi/

In Sicilia  la campagna elettorale, ormai, si svolge seguendo nuovi canoni. La parte del leone è adesso quella  dei sondaggi, che raccolgono le morbose attenzioni di tutti


di  Mario Guglielmino* 
In Sicilia  la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali sembra svolgersi  secondo alcuni nuovi canoni. Non ci sono  più i lunghi e affollati comizi di piazza di una volta, non le bandiere più o meno colorate e festose, non le feste di partito, le cene e le  adunate dei comitati.
Se la Sicilia è laboratorio politico, lo è adesso fin dalle fondamenta, e si alimenta delle nuove sottili forme della  ricerca del consenso.
Nuove forme, sì, ma anche molti nomi che si ripropongono, che ritornano sempre uguali, appartenendo a certa datata nomenclatura, volti  noti e navigati per l’esperienza di diverse stagioni trascorse nella frequentazione di  varie aule di democratica rappresentanza elettiva. In questo senso, il nostro  laboratorio regionale vede l’utilizzo di ingredienti della tradizione politica, di conseguenza non proprio freschi.
La lotta politica, anche per stanchezza e mancanza di giovanile smalto, quindi, si svolge in forme decisamente più sotterranee. Questa assenza, questa fuga della politica dalla strada, è segno di una maggiore prevalenza di alcuni apparati clientelari ormai consolidati, rispetto  alla  tradizionale ricerca  del favore nel puro rapporto di fronte all’opinione pubblica.
Molti di questi candidati  non sembrano interessati alla ricerca e alla creazione di nuovo valore e di nuovo consenso, quasi rassegnati all’idea che nessuna idea e nessuna proposta possano richiamare alla fiducia quella  gran fetta  di elettorato che, già così si esprime, non andrà alle urne per la sfiducia e il malessere maturato in anni di mala gestione, scandali, mala politica e vacche sempre più magre. Un patrimonio, quello di coloro  che si annunciano  astenuti, quasi maggiore del 50 per cento dell’elettorato.
Una politica sotterranea e per pochi, che  mira ad alcuni obiettivi  sensibili. Non ci si impegna più di tanto, i messaggi pubblici vengono affidati  soprattutto  ai media, a interviste televisive, meglio se brevi e con lancio di spot facilmente digeribili, nella speranza che qualcuno ancora ascolti.
Grandi cartelloni con l’illustrazione di vere o presunte glorie raggiunte e promesse, con accanto l’effigie del partito o del protagonista di turno.
La parte del leone è adesso quella  dei sondaggi.
Il sondaggismo raccoglie le morbose attenzioni di tutti, giornalisti, commentatori, uomini di partito e dell’establishment, e ancora di qualche cittadino interessato, come se dalla lampada magica dovesse venir fuori il genio dell’alleanza vincente, l’alchimia che mette tutti gli avversari dei fronti opposti in fuori gioco.
Il sondaggismo, in fondo, è comodo: delega ad anonime interviste l’intuizione, ma anche la  costruzione, delle intenzioni di voto, senza la fatica della politica in strada.
Tempi nuovi. Ma è obbligo approfondire e riflettere, appunto, non soltanto sull’uso dei sondaggi con funzione predittiva, ma di vera costruzione del consenso. Sotto il balletto  di molti numeri e percentuali  di consenso  c’è un chiaro intento manipolatorio ben congegnato. Infatti, è chiara la strategia: balletti di cifre, spesso del tutto discordanti e contraddittorie,  presentate  con opportune  salse  che confondono il lettore ad arte, e  lo indirizzano in modo  quasi inconsapevole e occulto. L’intento manipolatorio dell’opinione pubblica è  evidente grazie alla forza  dell’annuncio. La psicologia dell’individuo e quella delle masse trovano qui un punto di incontro, nella ricerca di una certa fonte di comune rassicurazione  nelle possibili scelte auspicate e  sostenute  dai vari schieramenti.
Nel percorso che va dalla democrazia del sondaggio  a  quella  delle urne il rischio  è  pesante: quello di una capacità deliberativa il cui metro è, in definitiva, non il consenso proprio bensì…altrui. Ci si sente più sicuri a scegliere, se a farlo sono anche altri, nello stesso nostro senso e verso. Siamo più confortati, ad azzeccarci insieme oppure, mal comune  mezzo gaudio, eventualmente a sbagliare insieme.
Salvo poi ritrovarsi  nella medesima  comune barchetta malandata in mezzo al mare.
Ecco quindi in gara le varie forze politiche a sfornar sondaggi, tramite i loro mentori istituti di rilevazione quotidiana, impegnati a governare le maree elettorali, cercando di lavorare per strappare, costruendolo anche virtualmente, quello spazio e quel distacco che farà la differenza alle urne.
Ne avremo ancora per qualche settimana. Per poi ricominciare a  livello nazionale.
*Presidente dell’Associazione politico culturale Voci Attive