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mercoledì 25 ottobre 2017

Cultura della pace: appello della Consulta ai candidati siciliani per la legge

Cultura della pace: appello della Consulta ai candidati siciliani per la legge

La richiesta è quella di sostenere la proposta di legge sulla cultura della pace in Sicilia: "inspiegabilmente ed immotivatamente" bloccata nella Commissione bilancio. Il portavoce Lo Cascio: "Vogliamo un Mediterraneo di pace libero da armi di distruzione di massa e da basi militari"

24 ottobre 2017 - 12:40
PALERMO - Sostenere la proposta di legge sulla cultura della pace in Sicilia. E' quello che chiede il portavoce della Consulta della Pace di Palermo Francesco Lo Cascio che invita i candidati alla presidenza della regione siciliana e quelli delle rispettive liste a sostenere formalmente una cultura di Pace, inserendo nei propri programmi l’immediata riproposizione del pdl 501 sulla Cultura di pace, sottoscritto fin dal 2013 da 35 parlamentari di diverse forze politiche, a partire dai 2 principali gruppi dell’Ars e poi "inspiegabilmente ed immotivatamente" - come sottolinea la Consulta - bloccato nella commissione bilancio. 
La Sicilia è l'unica regione a non averla. Ormai naturalmente è tutto rinviato alla prossima legislatura regionale. La Consulta confida nella sensibilità culturale e concretamente operativa che deve portare le diverse forze politiche, anche in maniera trasversale, ad avere una legge sulla cultura della Pace. "Si chiede un impegno mirato per una politica che affermi dal basso il ruolo della Sicilia nella promozione di un Mediterraneo di Pace - dice Francesco Lo Cascio che è anche il presidente del Mir di Palermo - libero da armi di distruzione di massa, dall’attracco nei nostri porti, di navi a capacità e armamento nucleare, da basi militari straniere e installazioni quali il Muos, sostenendo l’appello dei comuni dell’Anci Sicilia in favore del disarmo e della ratifica italiana del trattato per il bando delle armi nucleari. Poi ancora ci mettiamo a sostegno di una Sicilia accogliente verso profughi e richiedenti asilo che mostri il volto umano del sogno europeo che ci accomuna a questi ultimi". 
"È importante che anche la Sicilia abbia finalmente una legge che la renda terra di Pace: valore che si sostanzia attraverso la promozione dei diritti umani, la smilitarizzazione dei territori, l’attenzione ai conflitti dimenticati, l’attenzione agli ultimi, la sensibilizzazione verso stili di vita caratterizzati dalla sostenibilità sociale ed economica - sottolinea ancora Lo Cascio -. Le istituzioni hanno il dovere di raccogliere questi indirizzi e riflessioni e sostenere iniziative d’informazione e di ricerca, di educazione, volte alla cooperazione nello stile della nonviolenza, che mirino a sensibilizzare le nuove generazioni con esplicito intento pedagogico e d’indirizzo". 
Oltre ai 35 deputati regionali all'appello a sostegno della proposta normativa hanno aderito, oltre che molti cittadini impegnati nell'Isola a vario titolo, anche: Human Right Youth Organization (Hryo), Accademia Psicologia Applicata (Apa), Pro.Vi.De–Regina della Pace, AParte i No Mous Niscemi, Noema associazione culturale, Amici della Biblioteca di Niscemi, Associazione CataniaInsieme, scuola di italiano per migranti, Artemisia, Centro di ricerche creative Estelas, Rete Lilliput Isola, ROMpiamo i pregiudizi, Democrazia In Movimento. 
Nel 2015 il consiglio comunale di Palermo ha approvato ed istituito all’unanimità la “Consulta per la Pace, i Diritti Umani, la Nonviolenza ed il Disarmo”. Il comune ha aderito anche al coordinamento degli enti locali per la Pace e i diritti umani, alle iniziative della Marcia Perugia-Assisi, e il sindaco, all’organizzazione internazionale Mayors for Peace. La Consulta comunale della Pace ha le seguenti finalità: l’educazione al dialogo e alla pace, alla nonviolenza, alla conoscenza, alla difesa e al rispetto dei diritti umani, al disarmo e al lavoro attivo contro la guerra e al suo rifiuto come mezzo di risoluzione dei conflitti, alla mondialità e all’interculturalità, al riconoscimento e al rispetto delle differenze, alla solidarietà, allo sviluppo sostenibile, alla partecipazione civile attiva, ai metodi decisionali orientati al consenso, al rispetto e alla promozione della legalità, alla convivenza civile e pacifica; la promozione e il sostegno della risoluzione nonviolenta dei conflitti, a partire dai rapporti interpersonali fino ai rapporti di cooperazione e solidarietà nazionale ed internazionale, la promozione e il sostegno della giustizia tra i popoli e nei rapporti tra gli Stati, del disarmo, della diplomazia popolare, delle ambasciate di democrazia locale e dei corpi civili di pace; l’affermazione della multiculturalità con particolare attenzione al tema dell’accoglienza e della diversità; l’avvio e il potenziamento delle relazioni di gemellaggio; il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio; contribuire a sostenere l’impegno per una risoluzione pacifica del conflitto in Medio-Oriente, per la Pace e un nuovo fiorente sviluppo nel Mediterraneo e per la costruzione di un’Europa delle città e dei cittadini, interculturale e accogliente contro ogni forma di pregiudizio, emarginazione sociale e xenofobia; la garanzia dei diritti di obiezione di coscienza al militare, e del servizio civile nazionale ed europeo. (Serena Termini)

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