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" La democrazia consiste nella partecipazione attiva alle decisioni concernenti i beni pubblici,oppure essa non e' niente ."
H. Arendt


martedì 15 novembre 2016

Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 : comunicato Voci Attive



COMUNICATO SUL TEMA DEL REFERENDUM COSTITUZIONALE DEL 4 DICEMBRE 2016


L’associazione Voci Attive –Palermo prende posizione sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre 2016, esprimendo un generale parere negativo sulla riforma , cosi’ come proposta ,e rende noto il conseguente orientamento e invito per il voto NO.



La riflessione condotta ha preso spunto dal dibattito politico di questi mesi , e dalle notizie e approfondimenti che ciascuno ha coltivato personalmente .



Come forse accade raramente in Italia, ciascuno di entrambi gli schieramenti, per il SI e per il NO, tende a riconoscere quasi all’unisono i punti di forza (soprattutto a livello di intenzioni) e i punti deboli della riforma proposta, riconoscendo i pregi ma anche molte cose da migliorare,e altre ancora persino poco chiare e negative. E’poi nel giudizio complessivo che accade la distinzione: c'e' chi sostiene la prospettiva di un cambiamento , per lo meno iniziale ,dopo anni di immobilismo , e chi al contrario ritiene il passaggio invero troppo poco ben fatto per meritare approvazione .



Siamo consapevoli anche noi che il tema non e’ di facile esplicazione e soluzione, e che all’interno del nuovo articolato costituzionale sono declinate istanze positive, come ad esempio l’esigenza di favorire un celere iter parlamentare per ogni sorta di discussione e provvedimento . Per raggiungere tale efficienza del percorso legislativo sarebbe stato pero’intuitivamente piu’ semplice e immediato affrontare un cambiamento dei regolamenti parlamentari , invece che ristrutturare la Costituzione . Riguardo a cio', l’articolo 70 (esaminato in art 10 del nuovo testo ) rappresenta uno dei punti piu’ complicati nella lettura e nell’applicazione, prospettandosi verosimilmente il sorgere di notevoli conflitti di attribuzione di competenze e di interpretazione.


Leggere,tra gli altri, direttamente il testo dell'art 10 (ex 70) diventa necessario esercizio , al di la’ delle buone intenzioni del legislatore , per chi vuol farsi un’idea diretta .



Lodevole nelle intenzioni ,ma di dubbia efficacia , pare inoltre quel dettato che riducendo il numero dei senatori vorrebbe alludere a un minor costo della “ politica” . Parrebbe invece questa piu’ una soluzione sorta da un compromesso tra l’abolizione totale del senato e il mantenimento dello status quo.A ben vedere , piu’ che una riduzione del costo della politica ,alcune scelte di "diminuzione" della rappresentanza potrebbero favorire una certa riduzione degli spazi di democrazia,aprendo a un maggiore protagonismo del centralismo statale e della partitocrazia .La qual cosa, che per alcuni a spetti sarebbe semplicemente un ritorno al passato ,riveste adesso un significato diverso nella misura in cui,per esempio, il diritto dei localismi a determinare scelte amministrative e politiche potrebbe esser fortemente compresso a fronte delle richieste della UE,verso cui le autonomie locali si troverebbero in situazione di ulteriore maggiore debolezza contrattuale .



Gli articoli 10 ,12 (sul procedimento legislativo) , e 31 (che ridisegna le competenze tra stato e regioni) del nuovo testo costituzionale, si riferiscono ed emendano gli ex articoli 70, 72, 117 della Costituzione vigente e rappresentano l'altro caposaldo di tutta la questione .Ne consigliamo la diretta lettura per richiamare le osservazioni di cui sopra e cogliere velocemente i tratti distintivi di cio' su cui il 4 dicembre saremo chiamati al voto referendario.



 

Da quanto sopra risulta che la riforma proposta non puo' esser pensata come un punto d'arrivo ,ma richiedera' tutta un'altra serie di provvedimenti legislativi "a cascata",cio' per adeguare l'attuale assetto normativo al nuovo testo costituzionale .Un esempio e' la necessita' di mettere mano agli statuti delle regioni autonome, ma con percorsi ed esiti per nulla affatto semplici ne' scontati .

Allo stesso modo rileviamo che il testo costituzionale proposto si presenta per lo piu' cosparso di alcuni passaggi che fanno pensare a un costrutto non proprio organico e conseguente : valga per tutti , come esempio , l'inspiegabile mancata previsione del vincolo di mandato per i nuovi senatori, previsione che sarebbe invece stata quanto mai doverosa , trattandosi non di rappresentanti della nazione (come i componenti della nuova Camera) ma di espressione dei territori, al cospetto dei quali questi dovrebbero espletare un ruolo obbligato e naturale di riferimento politico decisionale.



E per concludere questa breve e sintetica disamina ,non si puo' lasciare da parte la considerazione dello stretto rapporto tra riforma costituzionale e nuova elegge elettorale,c.d.Italicum .Ricordiamo soltanto che da piu' parti ,anche e persino da chi questa legge ha votato, approvandola appena alcuni mesi or sono, e' stata riconosciuta la necessita' di un nuovo ulteriore cambiamento .In sintesi anche qui richiamiamo che il cosiddetto noto " combinato disposto" tra riforma e legge elettorale rischierebbe ,nei suoi effetti , di rendere una fin troppo risicata minoranza del paese impegnata a gestire le sorti dell'intero spaccato sociale e politico italiano.



Nel rendere nota la propria posizione contraria a questa riforma ,Voci Attive , secondo lo spirito statutario ,invita comunque ciascun cittadino/a a formare un proprio personale giudizio consapevole e a partecipare con il proprio voto al referendum ,inteso come esercizio indispensabile e non delegabile di democrazia .



Voci Attive -Palermo



 

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